Il 31 dicembre 2023 è finito, per tutti, il reddito di cittadinanza. Al suo posto è arrivato, dal 1° gennaio 2024, il nuovo assegno di inclusione. Anche quest’ultimo, una misura di sostegno per le famiglie in situazione di disagio economico. Una fine che, come vedremo, ha le sue ripercussioni sull’assegno unico figli a carico.
Rispetto al reddito di cittadinanza, l’assegno di inclusione, nel rispetto dei requisiti reddituali e patrimoniali previsti, può essere chiesto solo dai nuclei familiari in cui sia presenta almeno uno tra i seguenti soggetti:
- disabile;
- minorenne;
- persona con almeno 60 anni di età;
- in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
Le domande per il nuovo sussidio sono possibili dal 18 dicembre 2023, direttamente all’INPS o tramite patronato e dal 2024 anche tramite CAF.
Le conseguenze della fine
La fine del reddito di cittadinanza segna anche l’interruzione del pagamento dell’assegno unico figli a carico. Quest’ultima prestazione, infatti, è stata pagata in automatico (quindi senza necessità di fare richiesta) ai percettori di detto sussidio. Il pagamento veniva previsto con ricarica automatica sulla carta Rdc dell’importo spettante.
L’INPS, a questo proposito, nel Messaggio n. 258/2024, ha dato indicazioni su come comportarsi per continuare a percepire l’assegno unico.
Innanzitutto è detto che l’assegno unico sarà ancora pagato (in automatico) sulla carta RdC per l’intero importo spettante, senza soluzione di continuità, sino alla mensilità di febbraio 2024, tenuto conto dell’ISEE valido al 31 dicembre 2023. A questo proposito ricordiamo che l’assegno unico va da marzo a febbraio dell’anno successivo e il suo importo varia in funzione del valore ISEE. In assenza di ISEE in corso di validità l’INPS paga l’importo minimo (57 euro per il 2024).
L’istituto fa anche sapere che la domanda per il nuovo assegno di inclusione non equivale anche a domande per l’assegno unico.
Assegno unico, cosa devono fare gli ex percettori reddito cittadinanza
Sulla base di quanto anzidetto, dunque, l’INPS dice che, se gli ex percettori del reddito di cittadinanza e i nuovi percettori dell’assegno di inclusione 2024 non vi abbiano ancora provveduto, sono chiamati a fare domanda per l’assegno unico se intendono percepirlo.
Tale domanda se fatta entro il 30 giugno 2024 NON comporterà la perdita degli arretrati da marzo di questo stesso anno. Se, invece, fatta oltre il 30 giugno non ci saranno arretrati pagati.
Per completezza informativa ricordiamo anche che la domanda assegno unico la si può presentare con una delle seguenti modalità:
- online all’INPS, attraverso il servizio dedicato (serve autenticarsi con credenziali SPID, CIE o CNS);
- contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico);
- tramite enti di patronato, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
Resta fermo che al momento della domanda bisogna avere ISEE in corso di validità altrimenti l’INPS paga importo minimo.
Riassumendo…
- la fine del reddito di cittadinanza determina l’interruzione del pagamento assegno unico figli a carico sulla carta Rdc
- per gli ex percettori del reddito cittadinanza, l’assegno unico continuerà ad essere pagato, senza soluzione di continuità, sulla carta Rdc fino alla mensilità di febbraio 2024 (sulla base dell’ISEE 2023)
- per continuarlo a percepire, con decorrenza marzo 2024, questi dovranno presentare domanda secondo le regole ordinarie
- anche chi ha fatto domanda assegno inclusione, se vuole avere assegno unico deve fare domanda (se non già fatta)
- le regole domanda assegno unico ex percettori reddito cittadinanza sono nel Messaggio INPS n. 258/2024.