I mercati più redditizi per la Germania sono fuori dall’Europa
I flussi commerciali intra-europei, ovvero la somma dell’import e dell’export della Germania con il resto della UE, rappresentano il 62% del totale per Berlino, ma solo il 30% del suo attivo. Ciò denota quanto integrata, in realtà, sia l’economia tedesca con il resto del Continente, anche se con i partner europei riuscirebbe a maturare uno scarso avanzo. Al contrario, al di fuori dell’Europa, i tedeschi intrattengono il 38% degli scambi, ma che frutta il 70% del loro surplus.
Tirando le somme, troviamo che: il 70% del surplus commerciale tedesco si ha al di fuori della UE, a fronte di scambi per il 38% del totale; il 5% è maturato verso il resto dell’Eurozona, che vale il 40% delle relazioni commerciali complessive; il 22% verso le economie europee non aderenti all’euro, che rappresentano quasi un quarto del suo avanzo.
In definitiva, ad essere più appetibili per i tedeschi sarebbero i mercati extra-UE, dove il rapporto tra flussi e avanzo è pari a 4,6, nel senso che per ogni 4,6 euro di interscambio commerciale la Germania ottiene un euro di surplus. I mercati europei sono relativamente meno allettanti, perché qui servono interscambi per quasi 18 euro per ottenere un euro di avanzo. Ancora peggio va con il resto dell’Eurozona, dove la Germania riesce a maturare un euro di avanzo per ogni 67 euro di interscambi. Va meglio verso i membri UE non aderenti all’Eurozona, dove bastano flussi per 7,6 euro per generare un avanzo di un euro. (Leggi anche: Trump contro euro debole della Germania)