La detrazione d’imposta per familiari a carico è una delle voci più indicate in fase di dichiarazione dei redditi dai contribuenti. Dal coniuge ai figli e altri familiari, i carichi di famiglia costituiscono una delle voci più vecchie di detraibilità fiscale che col tempo hanno subito poche modifiche da parte del legislatore, ma che è bene considerare con attenzione per non incorrere in errori in fase di compilazione del modello di dichiarazione dei redditi.
Quali sono i familiari a carico
I familiari a carico per i quali spettano le detrazioni fiscali sono indicati nell’art.
- il coniuge, non legalmente separato;
- i figli naturali, adottivi, affidato o affiliati;
- altri familiari di cui all’art.433 del c.c. e cioè:
- il coniuge legalmente ed effettivamente separato;
- i discendenti dei figli;
- i genitori, anche adottivi, ed ascendenti prossimi anche naturali;
- i generi e le nuore;
- il suocero e la suocera;
- i fratelli e le sorelle, anche se unilaterali.
Tutti i familiari possono essere messi a carico seguendo un ordine gerarchico e prioritario stabilito. Allo scopo l’Agenzia delle Entrate (circolare n. 17/E/2015) ha chiarito che la detrazione spetta al contribuente per il quale il familiare a carico è, nell’ordine, coniuge, figlio e altro familiare. In particolare è stato stabilito che le detrazioni per “altri familiari”spettano solo se a) il contribuente sostenga economicamente il familiare a carico e che b) il contribuente abbia un reddito più elevato di quello per i quali i familiari a carico siano coniuge o figlio.
Limiti di reddito
Requisito fondamentale da rispettare per mettere un familiare a carico e beneficare delle detrazioni è quello reddituale. Il familiare non deve infatti superare i 2.840,51 euro all’anno (valore che si innalza a 4.000 euro nel 2019). Non concorrono a formare la base reddituale i redditi esenti da imposta (la pensione sociale), i redditi soggetti a tassazione separata e i redditi soggetti a ritenuta alla fonte.