Tra pochi giorni ossia a partire dal 1° luglio, anche i contribuenti forfettari avranno a che fare con il fisco elettronico. Fino ad oggi, tali contribuenti hanno emesso fatture cartacee procedendo alla loro conservazione materiale. Dal 1° luglio, sia l’emissione che la successiva conservazione, sarà elettronica. Ciò vale anche per le fatture passive.
Infatti, tutte le fatture elettroniche emesse e ricevute attraverso il Sistema di Interscambio saranno oggetto di conservazione elettronica. L’Agenzia delle entrate offre un servizio gratuito di conservazione delle fatture.
Detto ciò, nella predisposizione delle fatture elettroniche, il contribuente potrebbe avere alcuni dubbi sulla corretta tempistica di emissione.
La domanda che in molti potrebbero porsi è quanti giorni si hanno a disposizione per emettere la fattura, rispetto alla data dell’incasso del compenso in caso di prestazione di servizi o della consegna in caso di vendita dei beni.
Ecco la risposta.
L’obbligo di fattura elettronica per i forfettari
Dal 1° luglio, i contribuenti forfettari devono farsi trovare pronti alla fatturazione elettronica.
In particolare, la novità dell’obbligo di fatturazione elettronica riguarderà:
- contribuenti in regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, legge 190/2014);
- contribuenti in “regime di vantaggio” (articolo 27, commi 1 e 2, Dl 98/2011),
- soggetti passivi (associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore) che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione del regime speciale ai fini dell’Iva e delle imposte sui redditi (articoli 1 e 2, legge 398/1991).
Tali ultimi soggetti , erano esonerati dalla fatturazione elettronica sole se nel periodo d’imposta precedente avessero conseguito dall’esercizio di attività commerciali proventi per un importo non superiore a 65mila euro. Superata tale soglia, l’obbligo di emettere la fattura operava in capo al cessionario o al committente soggetto passivo d’imposta.
L’obbligo di fattura elettronica decorrerà:
- dal 1° luglio 2022 o
- dal 1° gennaio 2024 per le partite Iva che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 25mila euro.
Dunque, bisogna verificare la soglia dei ricavi che fa scattare l’obbligo.
Come predisporre correttamente una fattura immediata
Come detto in premessa, una volta entrato in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica, la domanda che in molti potrebbero porsi è quanti giorni si hanno a disposizione per emettere la fattura, rispetto alla data dell’incasso del compenso in caso di prestazione di servizi o della consegna in caso di vendita dei beni.
Ebbene, il fatto che la fattura debba essere emessa in formato elettronico, non significa che cambiano anche i termini di emissione delle stessa.
Infatti la fattura dovrà essere emessa con le stesse tempistiche con cui poteva essere rilasciata la fattura cartacea.
Nel caso di fattura immediata, la stessa potrà essere emessa entro 12 giorni:
- dalla data dell’incasso del compenso in caso di prestazione di servizi o
- dalla consegna in caso di vendita dei beni.
Facciamo un esempio. Ipotizziamo una vendita di merci effettuati in data 1 luglio 2022.
La fattura potrà essere:
- emessa (ossia generata e inviata allo SdI) il medesimo giorno, così che “data dell’operazione” e “data di emissione” coincidano ed il campo “Data” della sezione “Dati Generali” sia compilato con lo stesso valore (1° luglio 2022);
- generata il giorno dell’operazione e trasmessa allo SdI entro i 12 giorni successivi (13 luglio), valorizzando la data della fattura (campo “Data” della sezione “Dati Generali” del file) sempre con la data dell’operazione (1° luglio);
- generata e inviata allo SdI in uno qualsiasi dei giorni intercorrenti tra l’operazione (1 luglio) e il termine ultimo di emissione (13 luglio), valorizzando la data della fattura (campo “Data” della sezione “Dati Generali” del file) sempre con la data dell’operazione (1° luglio).