Come ampiamente previsto da analisti e mercati, la Federal Reserve (Fed) ha lasciato i tassi di interesse invariati alla prima riunione dell’anno del FOMC, il suo braccio di politica monetaria. Il governatore Jerome Powell ha giustificato la pausa con la solidità dell’economia americana, che si riflette in un mercato del lavoro robusto e un tasso di disoccupazione stabile e intorno al target fissato dallo stesso istituto. Al contrario, l’inflazione resta sopra l’obiettivo del 2%. Lo stesso intravede “incertezze” per il futuro, anche se non si è esposto riguardo alle politiche dell’amministrazione Trump su temi come dazi e immigrazione. Ha rimandato ogni valutazione all’attuazione pratica di tali misure.
Reazione di Trump
Lo stop al taglio dei tassi Fed è stato deciso “all’unanimità” dal board, un fatto che mette in luce la reazione senza eccezioni dei governatori contro le ingerenze esplicite della Casa Bianca. E il presidente non si è frenato dal commentare. Sul suo social Truth, ha definito la decisione “terribile” e ha promesso agli americani che ci penserà lui a battere l’inflazione con il riequilibrio della bilancia commerciale e la deregolamentazione, nonché una politica energetica di rottura con gli anni passati. Ha accusato la banca centrale di non essere stata in grado di difendere il potere di acquisto degli americani, in quanto distratta da temi come i cambiamenti climatici e le politiche d’inclusione.
Lo scontro tra Trump e Powell non è un fatto nuovo, anzi risale al 2019, subito dopo averlo nominato in sostituzione di Janet Yellen. “Jay”, come lo chiama spesso il presidente, al tempo aveva continuato ad alzare i tassi Fed contro il parere della Casa Bianca, la quale minacciò di licenziarlo.
Poco dopo, comunque, iniziò il taglio e il rapporto tra i due perlomeno smise di peggiorare. Ma se pensiamo che ragioni e torti siano nettamente divisi, sbagliamo. Trump che pretende un taglio dei tassi con l’inflazione ancora alta e l’economia americana a tutta forza, commette un errore di valutazione. Ma ha ragione a lamentare che l’azione di Powell non sia stata immacolata in questi mesi.
Tassi Fed tagliati troppo e presto
A settembre, il governatore annunciò il primo taglio dei tassi Fed per lo 0,50%. Se possiamo discutere sulla correttezza della tempistica – per alcuni fu prematura – stupì senz’altro l’entità di tale allentamento monetario. Abbassare il costo del denaro di mezzo punto percentuale con un’inflazione sopra il target e un’economia americana solida, è stato un grosso errore. I maligni sostengono che lo abbia fatto per non irritare l’amministrazione Biden a poche settimane dalle elezioni. Se così fosse, la politicizzazione dell’istituto non sarebbe una prerogativa trumpiana.
L’errore di Powell, anche se possibilmente commesso in buona fede, sta ipotecando i suoi nuovi passi. I rendimenti americani sono risaliti drasticamente dopo il primo taglio dei tassi Fed, così come l’inflazione e le stesse aspettative sull’inflazione.
Tutti elementi che portano a definire sbagliata la mossa di settembre. E se anche Trump sbaglia nel pretendere ciò che sarebbe meglio non ottenesse in questa fase, ha ragione nel credere che alla fine l’uomo che ha voluto alla guida di Atlanta abbia fatto un regalo (pur inefficace) ai suoi avversari, facendone pagare il prezzo a lui.