Ferie non godute: smaltirle o liquidarle prima di andare in pensione?

Per chi decide di presentare le proprie dimissione per accedere alla pensione è meglio godere delle ferie residue o monetizzarle? Ecco pro e contro.
8 anni fa
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Le ferie non godute al momento delle dimissioni per accedere alla pensione anticipata possono essere utili al diritto alla pensione solo se godute dal lavoratore e non quando sono soltanto retribuite.

Se al momento del pensionamento, ad esempio, il lavoratore ha 6 mesi di ferie arretrate e non gode di tali ferie facendosele monetizzare, queste vanno ad aumentare la misura della pensione ma non i periodi di contribuzione.

L’unico modo per far sì che le ferie non godute vadano ad incrementare la retribuzione, quindi, è quello di accordarsi con l’azienda rimandando il momento delle dimissione dopo aver smaltito tutte le ferie residue.

Se non si riesce a raggiungere un accordo con il datore di lavoro, quindi, è necessario capire, anno per anno quali sono i contributi necessari per accedere alla pensione tenendo presente che le ferie non goduti non sono utili al raggiungimenti di tali contributi.

Nel triennio 2016-2017-2018 i requisiti contributivi necessari per accedere alla pensione anticipata sono di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Nel biennio 2019-2020 saranno, invece necessari 43 anni e 2 mesi.

Ferie non godute: cosa accade?

Se per il raggiungimento dei requisiti contributivi non è necessario computare i mesi di ferie non godute non è necessario che il lavoratore, quindi, le goda prima di presentare le proprie dimissioni. Si ricorda, a tal proposito che la liquidazione delle ferie non godute, infatti, è una retribuzione che fa parte dell’imponibile previdenziale e la misura della pensione aumenta in ogni caso, sia che il lavoratore goda delle ferie sia che le monetizzi

Ferie non godute e preavviso

A tal proposito si ricorda che secondo quanto disposto dal Codice Civile il periodo di preavviso non può essere computata con le ferie: durante il periodo di preavviso, quindi, la prestazione lavorativa deve essere eseguita. Il soggetto che riceve la comunicazione di risoluzione del contratto di lavoro, però, può volontariamente rinunciare al periodo di preavviso (sia il dipendente che il datore di lavoro).

Con tale rinuncia è possibile far coincidere le ferie con il periodo di preavviso.

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