Nella giornata di ieri il premier Giuseppe Conte si è presentato alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al nuovo governo M5S-Pd. C’era grande attesa per conoscere il pensiero del Conte bis, dopo l’esperienza nel precedente governo gialloverde è la rottura con Matteo Salvini nell’ormai famoso discorso in cui Conte attaccava il vicepremier e futuro ex ministro dell’Interno. I due punti chiave del lungo intervento del Presidente del Consiglio sono stati il patto di stabilità europeo e i decreti sicurezza del precedente esecutivo.
Miglioramento del patto di stabilità
Nel corso dell’intervento da record (90 minuti, battuto di 15 minuti il primato fatto segnare sempre da Conte appena 14 mesi fa), il premier ha sottolineato la necessità per l’Italia di migliorare il patto di stabilità europeo. L’obiettivo è di semplificare le regole, a cui va accompagnato un maggiore sostegno agli investimenti, in particolare quelli riguardanti la sostenibilità sociale e ambientale, temi cari alla nuova agenda politica del governo guidato dalle forze politiche del Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Nell’affermare ciò, Giuseppe Conte ha spiegato come la difesa dell’interesse nazionale non significhi isolarsi ma porre il proprio Paese sopra qualsiasi tipo di condizionamento proveniente da influenze esterne e da pressioni di poteri economici.
Revisione dei decreti sicurezza
Approccio strutturale e non emergenziale, questo il cambio di passo annunciato dal primo ministro Giuseppe Conte alla Camera dei Deputati sulla questione migranti, ricevendo l’applauso convinto della nuova maggioranza. Lo smarcamento dalle posizioni assunte fino ad oggi dal numero uno della Lega Nord Matteo Salvini (che nel frattempo prendeva parte alla manifestazione fuori Montecitorio insieme a Giorgia Meloni) appare evidente. Il passaggio chiave del discorso di Conte rimarca la volontà del nuovo governo di osservare i rilievi posti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come già anticipato subito dopo l’inizio della crisi innescata dalla mozione di sfiducia presentata dalla Lega Nord nel Ferragosto più caldo (per la politica) degli ultimi anni.