La Legge di Bilancio 2025, nel testo bollinato e spedito al Parlamento per la discussione e approvazione definitiva, prevede diverse novità fiscali, tra cui una misura significativa riguardante la “detrazione figli a carico”. Una misura che, se confermata, modificherà le attuali regole per i figli con più di 21 anni.
Questa nuova normativa segnerà un cambiamento rispetto al sistema attuale, con l’obiettivo di ridefinire i criteri per la detrazione IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per i figli a carico, imponendo nuovi limiti di età.
Detrazione IRPEF per figli a carico: il sistema attuale
Attualmente, la normativa fiscale prevede che i genitori possano beneficiare di una detrazione IRPEF per i figli fiscalmente a carico, ma solo se il reddito complessivo dei figli non supera determinate soglie. Queste soglie sono stabilite in:
- 2.840,51 euro annui , al lordo degli oneri deducibili, per figli di qualsiasi età.
- 4.000 euro annui , al lordo degli oneri deducibili, se il figlio ha meno di 24 anni.
Il concetto di “figlio a carico” è legato dunque al reddito prodotto dal figlio, permettendo ai genitori di ottenere una riduzione dell’imposta da pagare, proporzionata al carico familiare. Tuttavia, da qualche anno, la situazione è cambiata per i figli fino a 21 anni di età, con l’introduzione dell’assegno unico universale , che ha sostituito le detrazioni IRPEF per quella fascia d’età.
Le novità della Legge di Bilancio 2025
Con la Legge di Bilancio 2025, in discussione al Parlamento, il panorama delle detrazioni fiscali per i figli a carico, se tutti sarà confermato nella versione definitiva della manovra, subirà modifiche sostanziali.
In particolare, il cambiamento sarà con riferimento ai fini che avranno superato i 21 anni. La riforma prevede infatti che, una volta compiuti i 30 anni, i figli non potranno più essere considerati fiscalmente a carico dei genitori, indipendentemente dal loro reddito.
In altre parole, sebbene il figlio possa guadagnare meno della soglia di 2.840,51 euro o anche essere disoccupato, il raggiungimento del trentesimo anno di età comporterà automaticamente la perdita della possibilità di essere considerato “a carico”. Questo segnerà un cambiamento importante, poiché fino ad ora la detrazione era strettamente collegata al livello di reddito del figlio, senza limiti di età così rigidi.
Una delle poche eccezioni previste dalla nuova normativa riguarda i figli con disabilità. In questo caso, i genitori potranno continuare a considerare fiscalmente a carico i figli anche oltre i 30 anni, a condizione che il loro reddito resti inferiore alla soglia dei 2.840,51 euro annui. Questa disposizione è in linea con quanto previsto dalla Legge 104/1992 , che tutela i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Stop detrazione figli a carico: impatto sulle famiglie
La nuova regolamentazione potrebbe avere un impatto significativo su molte famiglie italiane, soprattutto quelle in cui i figli adulti faticano a trovare un’occupazione stabile o guadagnano meno della soglia limite. In Italia, il fenomeno dei “bamboccioni”, ovvero dei giovani adulti che rimangono a lungo a carico dei genitori per via della difficoltà nel trovare un lavoro ben retribuito, è un tema dibattuto da anni.
Questa misura potrebbe aumentare le difficoltà per quelle famiglie che si trovano a sostenere economicamente figli oltre i 30 anni, senza poter beneficiare della detrazione fiscale. In un contesto economico in cui trovare un lavoro stabile e ben remunerato è ancora una sfida per molti giovani, la multa della detrazione a 30 anni potrebbe rappresentare un aggravio finanziario per i genitori.
Riassumendo
- La Legge di Bilancio 2025 elimina la detrazione per figli a carico oltre i 30 anni.
- Attualmente, i figli a carico devono avere un reddito annuo sotto determinate soglie.
- La nuova norma non permette detrazioni per figli disoccupati o con reddito basso oltre i 30 anni.
- L’eccezione riguarda i figli con disabilità, che restano a carico sotto il limite di reddito.