Anche i giornalisti andranno in pensione più tardi dal prossimo anno. Non tutti, ben inteso, ma per i nati negli anni sessanta qualcosa cambierà da luglio 2022 quando l’Inpgi confluirà nell’Inps.
La cassa pensioni dei giornalisti è dissestata da anni e il 30 giugno 2022 cesserà di esistere per evitare il commissariamento. Colpa di malsane gestioni dell’ente previdenziale, di editori spregiudicati, di orbi legislatori e della regolamentazione selvaggia dei contratti di lavoro.
La pensione dei giornalisti nel 2022
Ma cosa succederà esattamente fra poco più di sei mesi alla pensione dei giornalisti? Il passaggio dei giornalisti assicurati al Inpgi prevede con la legge di bilancio l’iscrizione al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) gestito dal Inps.
Dal 1 luglio 2022 le regole per la liquidazione della pensione saranno quindi uniformate a quelle della generalità dei lavoratori dipendenti. L’importo della pensione si calcolerà però in due fasi diverse: fino al 30 giugno 2022 con le regole Inpgi (benché nella gestione FPDL), mentre da 1 luglio 2022 con le regole Inps.
A tutti gli effetti non cambierà nulla perché le anzianità maturate fino al 31 dicembre 2016 saranno calcolate con il sistema retributivo, così come previsto dal Inpgi. Mentre quelle maturate successivamente, col sistema contributivo.
Cambia il diritto alla pensione
Il passaggio del Inpgi al Inps influisce, però, sul diritto alla pensione dei giornalisti. Per coloro che maturano la pensione entro il 30 giugno 2022 nulla cambierà, mentre per tutti gli altri ci saranno degli stravolgimenti.
I giornalisti vanno infatti in pensione sotto l’Inpgi a 62 anni e 5 mesi di età con almeno 40 anni e 5 mesi di versamenti. Dal 1 luglio 2022 col passaggio al Inps, questo diritto viene meno. Tutti saranno inglobati nelle regole previste dalla Fornero per il pensionamento di vecchiaia (67 anni di età con 20 di contributi) o anticipato 41-42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età.
Più nello specifico, restano preservati solo coloro che sotto l’Inpgi hanno maturato la pensione di anzianità (57 anni con 35 di contributi) entro il 2016.
Fra le altre novità, cambia anche la misura della pensione di reversibilità. Non più il 75% al coniuge superstite, bensì il 60%. Ovviamente il calcolo sarà commisurato agli anni di contribuzione prestata nel FPLD.