Per chi non può o non vuole installare pannelli fotovoltaici sul tetto di casa, esiste una soluzione. Quella delle “finestre fotovoltaiche”. Insomma doppia soluzione in una. Da un lato si sostituiscono gli infissi ed allo stesso tempo tali infissi producono energia come i pannelli solari.
Si tratta, dunque, di finestre costituite da vetri fotovoltaici in grado di assorbire le radiazioni solari per generare l’energia elettrica necessaria a soddisfare il fabbisogno di una casa.
In termini tecnici, c’è un gel trasparente contenente silicio amorfo che viene applicato sulla superficie del singolo vetro o inserito nell’intercapedine di una vetrocamera.
Non sono tutte rose e fiori. Infatti, rispetto al classico impianto fotovoltaico, le finestre fotovoltaiche non si possono orientare e inclinare in base all’irraggiamento solare. Quindi, la produzione di energia elettrica è ridotta.
I tre bonus casa per le finestre fotovoltaiche
Il costo di una finestra fotovoltaica è di 2 euro a watt contro i 5 euro a watt del modulo fotovoltaico. Acquistare e far installare questo tipo di prodotto comporta il sostenimento di una spesa. Tuttavia, si tratta di una spesa su cui è possibile avere dei bonus casa. In dettaglio, è possibile scegliere tra:
- bonus ristrutturazione 50%
- ecobonus ordinario 65%
- superbonus, solo se l’installazione finestre fotovoltaiche è fatta congiuntamente ad uno o più dei lavori c.d. trainanti (ad esempio il cappotto termico).
Si tenga presenta che i tre bonus non sono cumulativi ma alternativi. Quindi, bisogna scegliere di quali dei tre godere.
Come scegliere il bonus
Premesso che l’installazione di finestra fotovoltaiche rientra tra i lavori in edilizia libera (quindi, non serve nessun titolo abilitativo), la scelta più facile è quella del bonus ristrutturazione 50%.
Cosa diversa, invece, per avere l’ecobonus ordinario 65% oppure il superbonus. Se da un lato c’è una percentuale di detrazione fiscale più alta, dall’altro lato bisogna certificare che a seguito dell’installazione delle finestre fotovoltaiche ne deriva un miglioramento energetico per l’ambiente.
In tutti e tre i casi è sempre importante che il pagamento della spesa risulti da bonifico parlante, ossia quello da cui si devono evincere:
- causale di versamento
- codice fiscale del beneficiario del bonus
- dati fiscali del destinatario del bonifico (impresa/fornitore).
Il bonifico, ricordiamo, è soggetto a ritenuta d’acconto con aliquota dell’8%. Quindi, la banca/posta accredita al destinatario del bonifico l’importo già al netto della ritenuta.