Fingersi single è reato, anche se si mente su Facebook

Fingersi single quando in realtà si è sposati equivale al reato di sostituzione di persona.
7 anni fa
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Chi si spaccia per single ed invece è sposato commette reato, quello di sostituzone di persona. La vittima che cade in errore può sporgere denuncia per l’accaduto.

Non è raro che un uomo si finga single o divorziato pur di catturare l’attenzione di un’altra donna e farne la propria amante a sua insaputa. Togliersi la fede dal dito, non è poi così difficile così come non lo è recitare la parte dell’uomo libero, soprattutto laddove è più semplice avere dalla propria parte l’anonimato (come può accedere nelle grandi città).

Fingersi single: ecco cosa si rischia

Chi nel nascondere di essere sposato non ha paura di essere scoperto dalla moglie, dovrebbe iniziare ad averne della legge poiché potrebbe incorrere in una denuncia visto che  una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 34800 del 2016, ha assimilato il fingere di essere single con il reato di sostituzione di persona. Il codice penale, infatti, punisce chiunque utilizzi un nome falso e uno stato che in realtà non ha, come nel caso di chi simuli di essere single quando in realtà è sposato.

Se la vittima è stata tratta in errore, cadendo nel tranello di chi mente, è possibile anche procedere con la denuncia che può portare alla pena fino ad un anno di reclusione. Se la vittima, invece, non è caduta in errore e, intuendo fin da subito la menzogna, cerca solo una conferma ai propri sospetti, il diritto alla denuncia non spetta poiché l’inganno, seppur la volontà c’era, non ha funzionato.

Fingersi single su Facebook

I social network da piazze virtuali si stanno trasformando man mano in luoghi in cui fingere di essere quel che si vuole per acquisire nuove conoscenze e nuovi contatti. Sono moltissime le persone che utilizzano Facebook solo per rimorchiare fingendo di essere single quando, magari a casa hanno moglie e figli.

Si instaurano conversazioni virtuali che durano mesi e alla fine si instaura un rapporto di confidenza e di fiducia che spinge, in molti casi, la vittima a cadere nella trappola. Ma se, in seguito, chi ha creduto alle menzogne scopre il vero stato di “uomo sposato” dell’altro, non ha più bisogno di vendette trasversali: basta denunciare l’amante alla più vicina stazione dei Carabinieri. Si ricorda che nel processo penale, come in questo caso, le dichiarazioni della vittima vengono utilizzate come prove contro il colpevole.

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