Bollo auto, canone Rai, multe stradali, tasse e imposte. Tutto ciò che un contribuente non paga entro i termini finisce nelle cartelle esattoriali, dando inizio a un burrascoso rapporto tra contribuente e concessionario alla riscossione, sia esso l’ex Equitalia o l’attuale Agenzia delle Entrate Riscossione. Tuttavia, sembra essere arrivata la parola “fine” per questo genere di riscossione.
Infatti, il tempo delle cartelle esattoriali sembra essere giunto al termine, almeno stando alle ultime novità introdotte con la riforma della riscossione.
Un articolo del Dlgs numero 110 del 29 luglio limita infatti l’utilizzo delle cartelle esattoriali solo a determinati pagamenti, eliminandole per la maggior parte dei tributi con cui i contribuenti si confrontano abitualmente.
La cartella esattoriale: ecco di cosa si tratta
L’eliminazione delle cartelle esattoriali è una notizia che non può che fare piacere, poiché si tratta di un titolo di esecuzione forzata. Questo titolo consente all’Agenzia delle Entrate Riscossione di ricorrere a misure drastiche, come i fermi amministrativi e i pignoramenti.
Il titolo esecutivo è sempre necessario per permettere a un creditore di forzare il pagamento da parte del debitore, fino a pignorare i beni, siano essi immobili o mobili, come conti correnti, pensioni o stipendi. Quando il creditore è un privato, la possibilità di pignoramento parte da titoli esecutivi quali un assegno, una cambiale o una sentenza di un giudice. Tuttavia, se il creditore è la Pubblica Amministrazione, di solito queste procedure scattano solo dopo l’emissione della cartella esattoriale.
Questo era vero fino alla recente riforma della riscossione, che ora riduce l’importanza della cartella esattoriale.
Cosa cambia in concreto
Ad esempio, d’ora in poi gli atti di enti come l’Agenzia delle Entrate o l’INPS potranno avere immediatamente valore esecutivo. In altre parole, potrebbe essere sufficiente un semplice avviso di accertamento da parte del Fisco italiano per avviare, se necessario, il pignoramento.
Un debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, ad esempio, diventerebbe immediatamente esecutivo anche se trasferito all’Agenzia delle Entrate Riscossione, senza passare attraverso l’iscrizione a ruolo e l’emissione della cartella esattoriale.
Infatti, alla luce di queste novità, il concessionario alla riscossione dovrà solo comunicare al contribuente indebitato che l’ente pubblico ha ceduto l’incasso all’agente della riscossione, segnalando la presa in carico del ruolo.
Esecutività di alcuni debiti senza il passaggio alla cartella esattoriale
In base all’articolo 14 del Dlgs numero 110 del 29 luglio 2024, noto anche come riforma della riscossione, la stragrande maggioranza dei debiti di un contribuente diventerà immediatamente esecutiva con la semplice notifica di accertamento. Pertanto, non sarà più necessaria la cartella esattoriale per avviare le procedure di esecuzione forzata.
Tuttavia, questo non significa che il debitore sarà immediatamente pignorato. Le procedure previste dalla riforma richiedono infatti una comunicazione obbligatoria di presa in carico da parte del concessionario alla riscossione. Inoltre, al contribuente viene data la possibilità, una volta ricevuta tale comunicazione, di avviare tutte le procedure di ricorso e riesame che la legge prevede.