Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 13 marzo 2025 il cosiddetto “decreto correttivo” della riforma fiscale, apportando modifiche rilevanti al Concordato Preventivo Biennale (CPB), il meccanismo sperimentale introdotto per garantire maggiore stabilità e prevedibilità fiscale alle imprese e ai lavoratori autonomi.
Il Concordato Preventivo Biennale, ricordiamo, si configura come uno strumento di grande interesse offrendo vantaggi in termini di certezza fiscale e riduzione del rischio di contenziosi.
Proroga della scadenza per l’adesione al CPB
Uno degli interventi più significativi contenuti nel decreto riguarda la proroga dei termini per aderire alla seconda edizione del Concordato Preventivo Biennale.
Inizialmente fissata al 31 luglio 2025, la nuova scadenza slitta al 30 settembre 2025.
Una scadenza che coincide con quella del Modello 730/2025 anche se nessuna relazione esiste tra il modello dichiarativo e l’istituto del CPB.
Questa estensione offre ai contribuenti un margine di tempo più ampio per valutare l’opportunità di accedere a questo strumento, ideato per stabilizzare il reddito imponibile per un periodo di due anni, riducendo così l’incertezza fiscale.
Esclusione dei contribuenti forfetari dalla seconda edizione
Un altro cambiamento significativo introdotto dal decreto riguarda i soggetti ammessi al Concordato Preventivo Biennale. A partire dal 2025, non potranno più aderire coloro che operano nel regime forfetario. Questa esclusione, che non fu prevista per la prima edizione, è una scelta deliberata del legislatore, che mira a concentrare l’applicazione del CPB sulle imprese e sui professionisti che adottano il regime ordinario o che risultano soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).
L’intento è quello di sperimentare e consolidare l’efficacia del concordato su una platea di contribuenti maggiormente strutturati prima di valutarne un’eventuale estensione a categorie fiscali differenti.
Imprese e professionisti: le modifiche al concordato preventivo biennale
Le modifiche apportate dal decreto correttivo avranno un impatto diretto sulle strategie fiscali di molte imprese e lavoratori autonomi. L’estensione della scadenza per l’adesione consente ai contribuenti di disporre di un periodo più ampio per valutare la convenienza del concordato e raccogliere le informazioni necessarie per effettuare una scelta ponderata.
L’esclusione dei forfetari, d’altro canto, rappresenta un cambiamento significativo, soprattutto per i professionisti e le microimprese che avevano preso in considerazione il CPB come strumento di stabilizzazione fiscale. Tuttavia, il decreto lascia aperta la possibilità di una futura estensione dell’istituto anche a questa categoria, qualora la sperimentazione su imprese e professionisti in regime ordinario dia risultati positivi.
Riassumendo
- Proroga adesione CPB: la scadenza slitta dal 31 luglio al 30 settembre 2025.
- Esclusione forfetari: Dal 2025, il CPB sarà riservato a imprese e autonomi in regime ordinario.
- Motivazione legislativa: L’istituto viene testato su realtà fiscali più strutturate prima di un’eventuale estensione.
- Obiettivo CPB: Garantire certezza fiscale, ridurre accertamenti e migliorare la pianificazione economica.
- Implicazioni per i contribuenti: Maggior tempo per aderire, esclusione dei forfetari con possibile futura estensione.
- Evoluzione normativa: Il CPB si rafforza come strumento chiave per stabilità e compliance fiscale.