La prostituta occasionale deve pagare le tasse. E’ questo il principio di fondo espresso dalla Commissione tributaria ligure in una recente sentenza.
Tassare l’attività di prostituzione
Tassare l’attività di prostituzione è da sempre uno dei cavalli di battaglia in relazione alla lotta all’evasione fiscale soprattutto durante le campagne elettorali.Nel nostro paese non è possibile ma una sentenza molto importante e che farà discutere in merito è quella emessa dalla Commissione tributaria regionale della Liguria, la n.
Il caso
Il caso riguarda un contenzioso con l’Agenzia delle entrate che aveva messo sotto la lente del Fisco i conti correnti di una signora di nazionalità rumena, rilevando una sproporzione tra quando dichiarato e quanto posseduto. Alcuni versamenti in contante non erano stati giustificati dalla donna e da una dichiarazione raccolta dalle Fiamme Gialle si era venuti a conoscenza che la signora riceva in regalo due volte al mese circa un milione di euro da uno stesso soggetto. Regali abituali quindi versamento periodico alla signora che svolgeva l’attività di prostituzione da parte dello stesso soggetto. La Commissione tributaria regionale ligure ha disposto nella sua sentenza che i redditi vanno guadagnati devono essere sempre dichiarati e su di essi bisogna pagare le tasse.
La sentenza della CTR Liguria
Un principio-obbligo questo che vale anche se l’attività lavorativa svolta è occasionale e nel caso di specie per il giudice tributario ligure anche se quell’attività occasionale è l’attività di meretricio. In particolare i guadagni ottenuti devono essere tassati come redditi diversi. Si legge nella sentenza che “i fatti accertati dimostrano che la signora ha svolto saltuariamente la propria attività di accompagnatrice dell’uomo e certamente non c’è alcuna prova del fatto che esercitasse tale attività abitualmente e con natura professionale.