Anche per l’Ape sociale c’è la proroga come per Opzione donna per il 2023. Ma al contrario della seconda, la prima misura non ha particolari limitazioni. Infatti si tratta di una proroga esatta di 12 mesi, perché la misura resta in pratica identica al passato. Ma ciò non vuol dire che i dubbi sulla misura non siano tanti.

“Buongiorno, scrivo per chiedervi se davvero nel 2023 potrò andare in pensione a 63 anni con l’Ape sociale. Credo di completare il requisito contributivo praticamente lo stesso mese del mio compleanno.

Compio 63 anni infatti a novembre 2023. Avevo perduto le speranze, ma adesso penso di rientrare nel provvedimento. Sono un operaio di una fabbrica di auto, ma in passato ho fatto il manovale edile e il bracciante agricolo. Secondo voi possono andare in pensione nel 2023?”

Andare in pensione nel 2023 con l’Ape sociale, ok alla proroga, ma bisogna capire come funziona la misura

Parlare di confusione con l’Ape sociale non è una cosa esagerata, anche perché ci sono molti, come il nostro lettore, che credono che la misura sia scevra da vincoli legati al lavoro svolto. Tra i lavori che il nostro lettore ha svolto ce ne sono 2 che calzano a pennello con l’Ape sociale, ma non è detto che a lui servano o che permettano il pensionamento. Infatti con l’Ape sociale possono uscire dal lavoro quanti hanno completato i 63 anni di età. Ma solo se hanno completato anche i 30 anni di contributi e sono o invalidi, o caregiver, o disoccupati. Invece ne servono 36 di anni di contributi, per chi svolge una delle tante attività di lavoro gravoso previste.

Il lavoro gravoso e la pensione 2023

Per i lavori gravosi, a esclusione di edili e ceramisti per cui ne bastano 32, servono 36 anni di contributi versati. Ma solo chi svolge una di queste attività può avere diritto alla pensione anticipata con l’Ape sociale.

Per esempio, il nostro lettore ha svolto un lavoro in edilizia e in agricoltura. E per caso, queste due attività sono proprio tra quelle di lavoro gravoso che riguardano l’Ape sociale. Ma va detto che tali attività devono essere state svolte per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per 6 degli ultimi 7 anni. Il nostro lettore invece dice che lavora in fabbrica e, pertanto, non dovrebbe aver completato i requisiti di durata del lavoro gravoso prima citato. A meno che in fabbrica non ci sia arrivato solo di recente.

Come funziona la pensione con l’Ape sociale

Nel 2023 si potrà andare in pensione con l’Ape sociale, ma le condizioni utili come detto sono abbastanza limitate. Per esempio, da caregiver bisogna rispettare l’avvio della fase di assistenza al parente stretto disabile e convivente. In pratica, tale attività di assistenza al parente disabile grave deve essere partita da almeno 6 mesi prima di poter sfruttare questo canale di uscita agevolato. Ma va detto che parlare strettamente di pensione con l’Ape sociale potrebbe non essere particolarmente indicato. In effetti si tratta di una misura più assistenziale che previdenziale. Visto anche le categorie a cui la misura è dedicata. Inoltre è una misura che non può essere reversibile a causa del decesso del diretto interessato.

Una misura che ha dei limiti anche di importo

La prestazione ottenuta con l’Ape sociale però non è esente da limiti anche dal punto di vista degli importi. Basti pensare che non prevede la corresponsione degli assegni familiari nemmeno per chi ha il proprio coniuge a carico. E poi non è una misura che viene integrata al trattamento minimo, non ha diritto alle maggiorazioni e nemmeno alla tredicesima mensilità. Va detto poi che come importo non può superare i 1.500 euro al mese.

Infine, non è una misura che si adegua annualmente al sopraggiunto tasso di inflazione calcolato dall’ISTAT.

Cosa fare per chi nel 2023 compie 67 anni di età e viene dall’Ape sociale

Tutti i sopracitati vincoli sono a termine. Infatti a termine è l’Ape sociale. Chi esce dal lavoro sfruttando questa misura infatti deve sapere che essa cesserà di essere erogata a partire dai 67 anni di età. Al compimento del 67° anno di età infatti il beneficiario perde il diritto all’Ape sociale, che si chiama effettivamente, Anticipo pensionistico sociale. Un assegno che di fatto accompagna il beneficiario fino al compimento dei 67 anni di età, la soglia utile alla pensione di vecchiaia. Infatti a 67 anni occorre andare a richiedere la pensione di vecchiaia.

In quel caso come detto, la pensione è praticamente ricalcolata ex novo con l’aggiunta di eventuale assegno per il nucleo familiare, eventuali maggiorazioni sociali e la tredicesima mensilità. Nel caso in cui la pensione sia superiore a 1.500 euro può essere percepita interamente, a differenza di quella incassata durante gli anni di anticipo, che non poteva superare la soglia.