Dal 18 dicembre 2023 è stata possibile la presentazione delle domande per l’Assegno di Inclusione. A partire dal 27 gennaio, molti italiani hanno iniziato a ricevere le ricariche mensili previste sulla carta dell’ADI. Questa nuova misura, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, è ora pienamente operativa. Molti beneficiari continuano a ricevere le ricariche mensili agli stessi importi di prima, mentre altri presentano la domanda e iniziano a ricevere il sussidio dal mese successivo alla presentazione. Inoltre, alcuni, a seguito di particolari procedure che hanno attivato o che attiveranno, potranno ricevere un aumento del sussidio a partire dalla mensilità di maggio o giugno, e per i successivi 6 mesi.

A maggio o giugno Assegno di Inclusione più alto, ecco per chi salirà la ricarica per i prossimi 6 mesi

Molti lettori ci hanno chiesto delucidazioni sull’Assegno di Inclusione, sugli importi erogati e su vari aspetti di questo nuovo sussidio. Emergono casi particolari di soggetti che a maggio o giugno vedranno un aumento dell’assegno, talvolta anche senza comprendere pienamente le ragioni di tale incremento. Per ricevere l’ADI, è necessario appartenere a determinate categorie.

Possono infatti richiederlo i nuclei familiari con almeno un componente minore di 18 anni, maggiore di 60 anni, invalido, con carichi di cura verso un familiare minore o invalido, o che sia stato preso in carico da servizi sanitari, assistenziali o sociali. Gli importi sono calcolati in base a queste specifiche situazioni, escludendo dalla scala di equivalenza quei membri del nucleo familiare che non rientrano in queste categorie e che hanno un’età compresa tra i 18 e i 60 anni.

Ecco come fare per prendere un Assegno di Inclusione più alto

Per accedere all’ADI, oltre ad appartenere alle categorie sopra menzionate, una famiglia deve soddisfare determinati requisiti di reddito, patrimonio e ISEE. L’assegno viene calcolato e liquidato a livello familiare e, al netto del rimborso del canone di affitto o della rata del mutuo, funge principalmente da integrazione al reddito.

Pertanto, un ISEE più alto e un reddito familiare maggiore comportano un assegno ridotto rispetto a chi presenta limiti più bassi.

Dal primo aprile, i contribuenti possono aggiornare il loro ISEE come avviene ogni anno, presentando una nuova DSU. Ottenendo l’ISEE corrente, dopo l’ISEE ordinario, chi ha subito significative variazioni reddituali e patrimoniali rispetto a due anni fa può ridurre il proprio ISEE. Un ISEE più basso comporta, quindi, un incremento dell’assegno di Inclusione.

Perché solo 6 mesi di durata dell’aumento del sussidio?

Alcuni soggetti hanno già presentato una nuova DSU per ottenere l’ISEE corrente, spesso per accedere ai bonus sociali. O per ridurre le spese della mensa scolastica dei figli. Questi individui, modificando l’ISEE per vari motivi, beneficeranno, spesso senza saperlo, anche di un Assegno di Inclusione più alto. Poiché l’ISEE corrente ha una validità di sei mesi, l’importo aumentato del sussidio sarà garantito per questo periodo. Alla scadenza, a meno che non si presenti una nuova DSU, i beneficiari dell’ADI torneranno a ricevere gli importi precedenti, determinati dall’ISEE ordinario.