Appena sarà operativa la banca dati delle strutture alberghiere e degli immobili destinati ad affitti brevi, il Fisco avrà un’arma in più per limitare il fenomeno degli affitti in nero. Infatti, la banca dati assegnerà ad ogni struttura un codice identificativo che dovrà essere messo in evidenza in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza. Il codice deve essere indicato ed esposto in modo tale da garantirne la visibilità e un facile accesso da parte dell’utenza.

Pena l’applicazione di sanzioni piuttosto pesanti.

Le locazioni brevi

Per locazioni brevi o affitti brevi, si intende le locazioni dalla durata non superiore a 30 giorni. Tali tipo di contratto non sono soggetti ad obbligo di registrazione.

A livello normativo, gli affitti brevi sono disciplinati dall’art.4 del D.L. 50/2017.

Difatti, rientrano in tale regime le c.d locazioni turistiche.

Tipologia di locazioni per le quali il fenomeno degli affitti in nero è piuttosto diffuso. Con il D.L. 34/2019, decreto Crescita, il Governo è intervenuto introducendo alcune misure di contrasto all’evasione fiscale nel settore delle locazioni turistiche.

Rientra in tale ottica di intervento, la nuova banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazione breve. Da noi di Investire Oggi, definita quale Grande fratello del fisco.

La banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazione breve

Il decreto del  29 settembre, Ministero del Turismo, ha disciplinato le modalità attuative e costitutive della banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati agli affitti brevi. Decreto previsto come previsto dal Dl “Crescita” (articolo 13-quater, decreto legge n. 34/2019). Il decreto non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Le informazioni contenute nella banca dati riguardano: tipologia di alloggio; ubicazione; capacità ricettiva; estremi dei titoli abilitativi; soggetto che esercita l’attività ricettiva; codice identificativo regionale, ove adottato, o codice alfanumerico generato dalla stessa banca dati.

Dal punto di vista operativo, la banca dati assegnerà ad ogni struttura un codice identificativo che dovrà essere messo in evidenza in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza. Il codice deve essere indicato ed esposto in modo tale da garantirne la visibilità e un facile accesso da parte dell’utenza.

Pena l’applicazione di sanzioni piuttosto pesanti.

A tal proposito, l’inosservanza di tale disposizione, comporta l’applicazione della sanzione pecuniaria da 500 euro a 5.000 euro. In caso di reiterazione della violazione, la sanzione raddoppia.

Le informazioni presenti sulla banca dati saranno messe a disposizione del Fisco. L’obiettivo è quello di attivare dei controlli più mirati per contrastare il fenomeno degli affitti brevi in nero.