Tra i costi che deve considerare chi decide di aprire uno studio professionale c’è la pubblicità. Chi vuole apporre una targa in strada per rendere visibile lo studio deve versare al comune la relativa imposta. Tuttavia esistono delle esenzioni che permettono di risparmiare e che quindi è bene conoscere.

Imposta targa studio professionale: quanto si paga e come risparmiare

Sono soggette al pagamento dell’imposta sulla pubblicità tutte le targhe di dimensione superiore ai 300 cm2 Bisogna quindi comunicare al comune la forma della targa, la durata stimata della permanenza dell’affissione della stessa e la collocazione esatta.

Calcolata l’imposta il Comune invierà quindi i bollettini postali precompilati per i pagamenti.

Aprire uno studio: perché si paga per la targa?

A chiarire le ragioni del pagamento delle imposte di pubblicità è stata una sentenza dalla corte di Cassazione nel 2010. Nello specifico i giudici della Suprema Corte hanno spiegato che, se la targa serve in via esclusiva a localizzare la sede dell’ esercizio dell’attività del libero professionista, l’affissione in strada può essere esentata dal versamento del tributo perché non palesa un intento pubblicitario. Un’avvertenza è però dovuta: se nella targa sono presenti loghi, messaggi, immagini o altri elementi riconducibili all’attività, difficilmente sarà riconosciuta l’esenzione perché viene considerata a scopo pubblicitario.