Che l’Assegno di Inclusione sia una misura particolare e molto diversa dal Reddito di Cittadinanza è una cosa che tutti sanno benissimo.

L’Assegno di Inclusione è riconosciuto come una misura unica, nettamente distinta dal Reddito di Cittadinanza. A seconda del tipo di domanda presentata dai beneficiari, alcune specificità emergono chiaramente. Oggi esaminiamo i casi di individui che ricevono un Assegno di Inclusione con importi diversi rispetto a quelli assegnati dall’INPS e quelli effettivamente erogati al cittadino, come nel caso di un nostro lettore che richiede chiarimenti.

Il dubbio del nostro lettore

“Buonasera, sono un beneficiario dell’Assegno di Inclusione e vi metto in luce la mia problematica. Ho presentato domanda tramite SPID, ho sottoscritto il patto di attivazione e naturalmente ho iniziato a prendere il sussidio da gennaio. In famiglia siamo io e mia moglie. Io ho 59 anni e mia moglie ne ha 62. Per questo l’INPS mi ha assegnato un sussidio di circa 660 euro al mese. Solo che sulla card a mio nome che ho ritirato io alle Poste, ogni mese me ne caricano poco più di 160. In pratica mi mancano poco meno di 500 euro al mese da gennaio ad aprile. Come può essere? Mi date una mano?”

Un lettore ci contatta esponendo una discrepanza significativa tra l’importo assegnato dall’INPS e quello effettivamente ricevuto. Con la domanda presentata tramite SPID e il patto di attivazione firmato, ha iniziato a ricevere il sussidio da gennaio. Sebbene l’importo assegnato fosse di circa 660 euro mensili, sulla sua card postale sono stati caricati solo poco più di 160 euro mensili, lasciando una differenza di quasi 500 euro al mese.

Assegno di Inclusione, controlla se alle Poste c’è una seconda carta ADI attiva con dentro altri soldi

Il meccanismo di erogazione dell’Assegno di Inclusione differisce notevolmente da quello del Reddito di Cittadinanza.

L’ADI è disponibile solo per determinate categorie di soggetti, tra cui:

  • Persone sopra i 60 anni;
  • Minorenni;
  • Individui con carichi di cura per minori o persone invalide nel nucleo familiare;
  • Invalidi civili con disabilità medio-grave;
  • Soggetti seguiti dai servizi sociali, assistenziali o sanitari.

In questo contesto, se solo uno dei componenti di una coppia soddisfa i criteri di eleggibilità, il sussidio viene calcolato solo per quella persona.

Tutto parte dalla modalità di presentazione della domanda di ADI

Il nostro lettore, nonostante abbia meno di 60 anni, ha ottenuto l’ADI grazie alla moglie, che supera la soglia d’età richiesta. È probabile che abbia incluso anche un contributo per l’affitto, dato che il contratto è a suo nome. Tuttavia, la domanda sembra indicare che il sussidio doveva essere assegnato a ogni componente maggiorenne del nucleo, dividendo così il beneficio.

Più beneficiari più carte ADI, ecco il caso atipico dell’Assegno di Inclusione

Dato che la domanda includeva la richiesta di individualizzazione dei pagamenti, è probabile che l’INPS abbia attivato una seconda carta a nome della moglie. Pertanto, il nostro lettore dovrebbe recarsi alle Poste con la moglie per verificare se esiste una carta a nome di quest’ultima, non ancora ritirata o attivata, contenente i fondi mancanti. Questa carta potrebbe avere circa 2.000 euro disponibili, dato che non è necessario spendere l’intero importo mensilmente per mantenere il diritto al sussidio.