Una novità potrebbe presto cambiare il panorama delle misure di sostegno per le famiglie italiane. La materia riguarda sempre l’Assegno di Inclusione (ADI), la misura che dal primo gennaio ha sostituito il vecchio Reddito di Cittadinanza.

Questa misura potrebbe essere modificata, poiché il Governo potrebbe trarre consiglio dai dati emersi da una relazione pubblicata a maggio e recentemente resa disponibile sul portale del Ministero del Lavoro da parte del Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza.

I dati dimostrano che probabilmente sarà necessario ritoccare alcuni requisiti dell’Assegno di Inclusione che attualmente appaiono inadeguati.

Assegno di Inclusione più facile: novità per tutti e aumento dei beneficiari dell’ADI

La seconda relazione del Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza analizza l’impatto del Reddito di Cittadinanza durante il suo periodo di funzionamento, confermandolo come un vero e proprio sussidio contro la povertà. Questo non può essere detto in toto per l’Assegno di Inclusione e ancora meno per il Supporto Formazione e Lavoro, l’altra misura che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza.

Almeno sulla carta, infatti, queste due misure sembrano meno sussidi e più strumenti di politiche attive del lavoro e inclusione sociale. Ben 2,4 milioni di famiglie hanno beneficiato del Reddito di Cittadinanza, per oltre 5,3 milioni di soggetti. Numeri che, alla luce delle nuove misure, sono drasticamente ridotti.

Perché dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione i beneficiari sono diminuiti?

La riduzione del numero di famiglie e persone beneficiarie di questi aiuti dipende da due fattori principali. Il primo è il cambio di struttura delle nuove misure rispetto alla precedente. Alcuni soggetti che prendevano il Reddito di Cittadinanza oggi sono esclusi dall’Assegno di Inclusione, destinato solo a chi ha:

  • almeno 60 anni di età;
  • un’età inferiore a 18 anni;
  • carichi di cura per familiari invalidi o figli piccoli;
  • invalidità civile certificata non inferiore al 67%;
  • patologie e dipendenze tali da essere presi in carico dai servizi sociali, sanitari e assistenziali.

Il Supporto Formazione e Lavoro, invece, è la misura nata per gli esclusi dall’Assegno di Inclusione, ovvero per i soggetti tra i 18 e i 59 anni che non rientrano nelle altre categorie.

Queste suddivisioni hanno portato alla riduzione della platea dei beneficiari. Per esempio, ci sono famiglie con soggetti che rientrano nell’ADI ma che ricevono l’aiuto solo per questi soggetti, escludendo gli altri componenti.

Ad esempio, una famiglia di quattro persone che prima prendeva il Reddito di Cittadinanza ora riceve l’Assegno di Inclusione solo per i soggetti che vi rientrano, non per l’intero nucleo familiare.

ISEE, redditi e importi del sussidio: ecco le cose che non vanno bene

Il taglio dei beneficiari non dipende solo dalla suddivisione delle misure, ma anche dalle questioni legate all’ISEE, ai redditi e ai patrimoni. La relazione del Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza offre spunti interessanti su questo punto.

La soglia di 6.000 euro di ISEE da cui partono le nuove misure come componente reddituale appare inadeguata, soprattutto alla luce dell’inflazione. Con 500 euro al mese di integrazione reddituale, l’aumento del costo della vita rende questa somma sempre meno sufficiente. Il sostegno economico dovrebbe superare la soglia di povertà, ma attualmente non è così.

Il governo potrebbe quindi essere chiamato, dopo pochi mesi dall’avvio delle nuove misure, a modificare le regole in vigore.