L’assegno di inclusione è una misura di sostegno economico, di contrasto alla povertà e di inclusione sociale che il Decreto Lavoro del 1° maggio 2023 ha, di fatto, introdotto in sostituzione del reddito di cittadinanza. Infatti, è dall’assegno di inclusione che si ripartirà da gennaio 2024 quando il reddito di cittadinanza uscirà fuori dalle misure attive. Ma come funzionerà questa misura, quali saranno le regole per questo nuovo strumento e quali i beneficiari?

“Buongiorno, volevo porvi un quesito, più che per me, per tanti che come me pensano all’assegno di inclusione 2024.

Ci spiegate come funzionerà questa nuova misura di contrasto alla povertà? E ci spiegate i nuovi requisiti per noi che lo perderemo con l’ultima ricarica di dicembre?”

Assegno di inclusione al posto del reddito di cittadinanza, ecco cosa cambia e come

Ci sono alcuni fattori che hanno determinato già sostanziali differenze tra i beneficiari del reddito di cittadinanza oggi. Ci sono soggetti che hanno avuto diritto a soli 7 mesi di reddito di cittadinanza nel 2023. E altri che invece hanno avuto diritto a 12 mesi di sussidio. Tutto dipende dal nucleo familiare e dai seguenti soggetti di cui può essere composto:

  • disabili;
  • minorenni;
  • con almeno 60 anni di età.

Le famiglie con al loro interno uno o più di uno di questi soggetti prima citati, prenderanno il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. E saranno queste famiglie quelle a cui si applicherà da gennaio 2024 l’assegno di inclusione. Per le altre famiglie invece, Supporto Formazione e Lavoro, l’altra misura introdotta dal Decreto Lavoro e valida da settembre 2023.

Assegno di inclusione per i fragili, come funzionerà?

L’assegno di inclusione prenderà il posto del reddito di cittadinanza. E somiglierà molto a questa misura, quasi a procedere con un netto principio di continuità. I fattori utili anche all’assegno di inclusione saranno la residenza, la cittadinanza e il soggiorno dei richiedenti, ma anche l’avere un ISEE in corso di validità entro dei parametri prestabiliti.

L’ISEE sarà sempre lo strumento utile allo Stato per controllare la cosiddetta prova dei mezzi di sussistenza. Perché tramite l’ISEE le famiglie dimostrano di non avere redditi e patrimoni a sufficienza per andare avanti. A tal punto da essere bisognosi di un sussidio, che si chiami reddito di cittadinanza o assegno di inclusione.

Quali sono i requisiti per richiedere l’assegno di inclusione

Per poter accedere all’assegno di inclusione, come anche per il reddito dio cittadinanza bisogna completare tutti i requisiti previsti che sono:

  • essere cittadino italiano, comunitario o extra comunitario con permesso di soggiorno in Italia;
  • essere residente in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo;
  • non essere sottoposto a misura cautelare;
  • non avere sentenze definitive di condanna nei 10 anni precedenti la richiesta.

 

I requisiti per il nuovo assegno di inclusione e cosa cambia dal reddito di cittadinanza

La residenza in Italia oltre che del richiedente, deve essere rispettata anche come durata, da tutti i componenti il nucleo familiare che entrano nella scala di equivalenza. Per quanto concerne i requisiti reddituali e patrimoniali, serve avere un ISEE in corso di validità non superiore a euro 9.360 e un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui per un single e moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza in base alla composizione del nucleo familiare.

L’importo massimo mensile dell’assegno di inclusione sarà di 500 euro. E come per il reddito di cittadinanza anche per l’assegno di inclusione ci sarà un incremento per chi ha casa in affitto con contratto regolarmente registrato. Un surplus da prendere mese per mese come componente dell’affitto imputato da 280 euro al mese.

Nuove scale di equivalenza, ecco le novità dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione

Va ricordato che probabilmente cambieranno le scale di equivalenza utili al calcolo della misura. Perché saranno esclusi i componenti del nucleo familiare attivabili al lavoro. In pratica, mentre oggi anche i componenti di età compresa tra 18 e 59 anni sono utili al calcolo del sussidio, domani potrebbero essere considerati solo i soggetti minorenni, anziani o disabili. Che poi restano i soggetti che hanno diritto all’intero reddito di cittadinanza oggi e al reddito di inclusione da gennaio 2024. Per gli altri, infatti, si passerà al supporto formazione e lavoro.