Aumenta l’assegno sociale nel 2024 per via dell’aumento del costo della vita. Come tutte le pensioni ed i trattamenti INPS, anche l’ex pensione sociale sale di importo indicizzandosi al tasso di inflazione che dovrebbe essere del 5,4%. Parliamo del tasso di previsione, che comunemente è quello che a inizio anno l’INPS usa per adeguare il potere di acquisto dei trattamenti.

In pratica da 503,27 euro al mese la prestazione per chi già la prende, salirebbe a 534 euro circa. In attesa che l’INPS pubblichi le consuete circolari con i nuovi importi, anche chi si avvicina quest’anno all’assegno sociale, ovvero chi compiendo l’età nel 2024, presenterà domanda di assegno sociale, dovrà guardare a questo importo.

Ma solo se ha diritto alla misura piena. Perché bisogna capire il particolare funzionamento della prestazione.

“Buonasera, sono Vittoria una casalinga che a marzo prossimo compie 67 anni di età. Non ho che pochi anni di contributi previdenziali versati perché ho fatto sempre la casalinga, tranne qualche periodo di lavoro in giovane età. Di conseguenza dovrei aver diritto all’assegno sociale, ma non so che importo andrò a percepire e come funziona la misura dal momento che percepisco tremila euro di reddito annuo per una casa in affitto che ho dato a una coppia. In parole povere volevo capire se in base a quello che è il meccanismo dell’assegno sociale, potevo prendere una prestazione nonostante i 3000 euro di reddito.”

Assegno sociale 2024, la guida alla pensione senza contributi da 6.900 euro al mese

L’assegno sociale è una prestazione che l’INPS eroga in Italia ai contribuenti che hanno pochi contributi o che non hanno mai provveduto a versare. Fattore determinante, essendo una prestazione assistenziale, la residenza effettiva in Italia, perché l’assegno sociale non è esportabile. Ricapitolando, chi non ha contributi sufficienti alla liquidazione di una pensione propria, l’unica alternativa offerta all’INPS ai contribuenti è l’assegno sociale.

La prestazione quindi è scollegata dalla contribuzione previdenziale accreditata ed è collegata al reddito del beneficiario, eventualmente a quello del suo coniuge e all’età del richiedente. In altri termini a 67 anni di età il contribuente privo del diritto a una pensione propria può godere di questo trattamento. Significa che a partire dal primo giorno del mese successivo a quello del compimento dei 67 anni di età un contribuente può beneficiare di questa misura.

Come funziona la misura in presenza di altri redditi

L’assegno sociale può essere percepito in misura piena solo da chi non ha alcun reddito. Oppure, se insieme al reddito del coniuge, non si supera il valore annuo dell’assegno sociale stesso. Come dicevamo in premessa, con il 2024 arrivano novità per quanto riguarda l’importo della prestazione.

I soggetti che compiono nel 2024 i 67 anni di età e rispettano le condizioni reddituali proprie e dell’eventuale coniuge, devono inoltrare domanda all’INPS tramite i soliti canali telematici o tramite l’ausilio di un Patronato. Nel 2024 l’assegno sociale dovrebbe essere pari a 530 euro circa al mese per tredici mesi.

In altri termini, un assegno da circa 6.900 euro annui per chi ha diritto alla misura piena. Chi ha redditi di diversa natura, prenderà un assegno sociale ridotto. La nostra lettrice, alla luce del reddito della casa da cui incassa un canone di affitto da 3.000 euro annui, prenderà l’assegno sociale in misura ridotta. Un assegno dato dalla differenza tra l’importo massimo dell’assegno stesso, e il reddito che percepisce. Naturalmente diviso 13 mensilità.

Il diritto all’assegno sociale viene meno quando il beneficiario ha un reddito annuo superiore all’ammontare dell’assegno sociale stesso, o in presenza del coniuge, se hanno un reddito superiore a due volte l’importo dell’assegno sociale.

Ecco i redditi da considerare per l’assegno sociale

Il diritto all’assegno sociale è basato quindi sia sul reddito personale del richiedente che su quello cumulato con il coniuge. I redditi da considerare per verificare il proprio diritto alla prestazione sono, come si legge sulla scheda illustrativa presente sul sito dell’INPS:

  • i redditi dentro il perimetro dell’IRPEF;
  • i redditi esenti da imposta;
  • le pensioni di guerra;
  • i redditi soggetti a ritenuta alla fonte;
  • i redditi soggetti a imposta sostitutiva;
  • gli alimenti;
  • i redditi di terreni e fabbricati;
  • le pensioni estere;
  • i trattamenti INAIL;
  • i trattamenti per invalidi civili, ciechi civili o sordi.

Quindi, non solo altri redditi da pensione, altri redditi da lavoro, o i canoni di affitto come prende la nostra lettrice. Infatti bisogna stare attenti anche a vincite al gioco, gli interessi dei buoni, dei CCT, dei titoli di Stato e così via dicendo. In termini pratici, esclusi dal computo sono esclusivamente:

  • TFR e trattamenti simili;
  • il reddito della casa abitazione principale del proprio nucleo familiare;
  • prestazioni assistenziali anche estere;
  • pensione ex combattenti;
  • arretrati a tassazione separata.