Negli ultimi anni, l’aumento dell’invecchiamento della popolazione e la necessità di assistenza domiciliare hanno reso la figura della badante sempre più centrale nelle famiglie italiane. Ma quanto costa oggi assumere una badante in Italia?

Esistono diverse tipologie di badante, ognuna con costi differenti. Le principali categorie sono:

  • badante convivente: vive presso la famiglia e fornisce assistenza continua;
  • badante a ore: viene assunta per un numero specifico di ore giornaliere o settimanali;
  • badante notturna: fornisce assistenza durante la notte.

Fattori che influenzano il costo di assunzione della badante

Diversi elementi influiscono sul costo complessivo di una badante.

Tra questi, sicuramente la tipologia di assistenza richiesta: assistenza diurna, notturna o 24 ore su 24. A tale fattore sono da aggiungersi:

  • esperienza e qualifiche: badanti con più esperienza o con qualifiche specifiche possono richiedere una retribuzione maggiore;
  • località: il costo della vita nelle diverse regioni d’Italia può influenzare la retribuzione;
  • livello di autosufficienza dell’assistito: maggiore è il livello di assistenza richiesto, più alto sarà il costo.

Retribuzione media mensile

La retribuzione media con cui chi decidere di assumere una badante in Italia varia a seconda del tipo di contratto e delle ore lavorate. Secondo le tabelle retributive aggiornate al 2024, i costi medi sono i seguenti:

  • badante convivente: tra 1.000 e 1.300 euro al mese, a seconda dell’esperienza e del livello di autonomia dell’assistito;
  • badante a ore: circa 8-10 euro all’ora, che può aumentare in caso di assistenza notturna o festiva;
  • badante notturna: Tra 800 e 1.200 euro al mese, in base alla durata e alla complessità dell’assistenza notturna.

Ricordiamo anche che a sua volta il o la badante devono fare la dichiarazione redditi in Italia.

Contributi previdenziali e tasse

Oltre alla retribuzione netta, chi assume una badante deve considerare anche i contributi previdenziali lavoratori domestici e le tasse. Secondo la normativa vigente, i contributi INPS variano in base al numero di ore lavorate e alla retribuzione oraria.

Per una badante convivente, i contributi possono aggirarsi intorno ai 150-200 euro al mese.

Ci sono anche altri costi da considerare, come:

  • tredicesima mensilità: obbligatoria per tutti i lavoratori domestici;
  • TFR (Trattamento di Fine Rapporto): accumulato durante il periodo di lavoro e corrisposto al termine del rapporto;
  • ferie retribuite: 26 giorni all’anno;
  • permessi retribuiti: in caso di malattia o altri motivi previsti dal contratto.

Assumere una badante: le agevolazioni fiscali

Ad ogni modo per ridurre il costo complessivo, esistono diverse agevolazioni fiscali e incentivi offerti dallo Stato italiano. Ad esempio:

  • deduzione fiscale: è possibile dedurre dal reddito complessivo le spese sostenute per l’assunzione di una badante (stipendio, contributi, ecc.);
  • bonus badanti: alcune regioni offrono contributi o bonus per le famiglie che assumono una badante regolarmente.

Assumere una badante richiede anche una serie di passaggi burocratici. Il primo passo è la redazione e firma di un contratto che rispetti il CCNL per i lavoratori domestici. Poi la registrazione presso l’INPS per l’apertura di una posizione contributiva e la comunicazione al Centro per l’Impiego. Per questi adempimenti in genere ci si fa assistere da un consulente, il quale chiede onorario per il servizio reso.

Riassumendo…

  • tipologie di badante: convivente, a ore, notturna, con costi variabili in base al servizio
  • retribuzione media: badante convivente 1.000-1.300 euro, a ore 8-10 euro, notturna 800-1.200 euro.
  • contributi previdenziali: circa 150-200 euro al mese per badante convivente.
  • costi aggiuntivi: tredicesima, TFR, ferie retribuite, permessi retribuiti, consulenze assunzione e gestione
  • agevolazioni fiscali: deduzione in dichiarazione redditi e bonus regionali per assunzione regolare.