Riconosciuta un’agevolazione sull’affitto che porta con sé importanti novità per quanto riguarda l’assunzione con alloggio per i dipendenti.

Come canta Umberto Tozzi con il brano Un Amore Difficile: “È impossibile trovare un appartamento da affittare
per il nostro amore. Non vogliono cani, gatti ne bambini, ma soltanto un mare di quattrini e chi ce li dà”. Trovare una casa in affitto non è così semplice come in molti possono pensare.

Onde evitare spiacevoli inconvenienti, d’altronde, i proprietari di immobili vogliono prima avere delle garanzie, come, ad esempio, una copia delle buste paghe o addirittura la firma di un garante.

Alcuni locatori possono anche inserire nel contratto di locazione delle clausole, come ad esempio il divieto di avere degli animali domestici in casa. Se tutto questo non bastasse, il canone di affitto richiesto può essere particolarmente elevato. A peggiorare la situazione finanziaria degli inquilini, poi, ci si mettono le tasse che vanno a pesare ulteriormente sul budget delle famiglie.

Cedolare secca per le partite Iva: la sentenza della Corte di Cassazione

La tassazione sugli affitti ha inevitabilmente un impatto sulle tasche di proprietari ed inquilini. Proprio in tale ambito si inserisce la sentenza numero 12395 della Corte di Cassazione, datata 7 maggio 2024, in base alla quale:

” in tema di redditi da locazione, il locatore può optare per la cedolare secca anche nell’ipotesi in cui il conduttore concluda il contratto di locazione ad uso abitativo nell’esercizio della sua attività professionale, atteso che l’esclusione di cui all’ art. 3, sesto comma , D.Lgs. n. 23 del 2011 si riferisce esclusivamente alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate dal locatore nell’esercizio di una attività d’impresa o di arti e professioni”.

Assunzione con alloggio per i dipendenti: la nuova agevolazione riconosciuta sull’affitto

Grazie a questa sentenza, quindi, la Corte di Cassazione permette l’accesso alla cedolare secca anche agli inquilini titolari di partita Iva. Entrando nei dettagli, non può applicare la cedolare secca il titolare di partita Iva che vuole dare un suo immobile in affitto.

Il discorso risulta differente, invece, per il conduttore che esercita attività di impresa, arte o professione. Quest’ultimo, infatti, può beneficiare della cedolare secca. Una sentenza che sembra destinata ad avere un importante impatto sul mondo degli affitti. A titolo di esempio, potrà beneficiare della cedolare secca anche un imprenditore che decide di stipulare un contratto di locazione a uso foresteria, ovvero di prendere in affitto un immobile dove far vivere i suoi dipendenti.

Cedolare secca, come funziona e aliquote

La cedolare secca, ricordiamo, si presenta come un regime che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali sui redditi derivanti dall’immobile. Nella generalità dei casi è applicata l’aliquota del 21%. Viene applicata un’aliquota ridotta al 10% per i contratti di locazione a canone concordato relativi a immobili ubicati in comuni con carenze di disponibilità abitative e in quelli ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe. Per finire, per quanto riguarda gli affitti brevi, si deve applicare la cedolare secca con aliquota al 26% a partire dal secondo immobile che si decide di dare in locazione. Si continua ad aver diritto all’aliquota al 21% per la prima o unica unità abitativa che viene data in affitto.