Italiani in coda al Banco dei Pegni. Un boom di accessi non si era mai visto dalla fine del secondo dopoguerra con file lunghe davanti ai pochi sportelli rimasti attivi in Italia, soprattutto nelle grandi città.

Sembrano scene di altri tempi che lasciando immaginare lo stato di difficoltà economica e di quanta gente rischia di scivolare in povertà di questi tempi. E il Banco dei Pegni ha il vantaggio di concedere, su pegno appunto, liquidità immediata per fronteggiare le esigenze più impellenti che accomunano migliaia di famiglie bisognose, soprattutto del Sud Italia.

In fila al Banco dei Pegni

Di fronte all’emergenza economica dettata dalla crisi, quello che serve di più in questo momento è la liquidità immediata per ogni esigenza. A complicare le cose sono i ritardi dello Stato nell’erogare i bonus promessi e a concedere piccoli prestiti per tirare avanti, così come l’impossibilità di ottenere finanziamenti da parte delle banche. Così ci si impegna con l’oro, ma anche con l’argento, oggetti preziosi, quadri e tutto ciò che ha un valore. Il vantaggio, a differenza dei compro oro, è che i preziosi rimangono di proprietà di chi li concede in pegno fino alla restituzione della somma di denaro prestata così da poter ritornare nella disponibilità del proprietario. Il che la dice tutta sul fatto che non si vuole assolutamente rinunciare ai propri affetti e, nell’emergenza attuale, è l’unica strada percorribile.

Aumento dei prestiti fino al 50%

Secondo le stime, gli oggetti preziosi impegnati presso i vari banchi dei pegni in Italia hanno visto un incremento che in alcune zone d’Italia ha raggiunto il 50% rispetto ai primi mesi dell’anno, quando non era ancora scoppiata l’emergenza sanitaria Covid-19. “Al momento – dice Rainer Steger, direttore generale di Affide – abbiamo notato la presenza di nuovi clienti e siamo consapevoli che nelle prossime settimane si possa registrare un incremento della clientela. Siamo consapevoli che in questa fase possa esserci esigenza di liquidità per i cittadini e per questo motivo è stata sospesa la messa in asta di tutte le polizze scadute e non rinnovate nel periodo compreso tra inizio gennaio 2020 e la fine di aprile 2020”.

Come funziona il prestito su pegno

Il prestito su pegno è un’operazione molto semplice: rivolgendosi a uno sportello del Banco dei Pagni si compila un modulo con le proprie generalità dell’oggetto che si vuole impegnare e si consegna per una erogazione immediata di denaro contante.

Non bisogna fornire garanzie di nessun tipo sul lavoro attuale, debiti pregressi o insolvenze pendenti. Al momento del prestito si può scegliere anche una polizza da tre, sei o nove mesi, a fronte di un tasso d’interesse del 7% annuale. Il prestito normalmente dovrà essere restituito entro 6 mesi tutto in una volta (non a rate) maggiorato di un tasso d’interesse spesso più basso di quello applicato dalle banche. Il prestito può essere prorogato a determinate condizioni non sempre concedibili (dipende dall’entità del prestito e dal valore dell’oggetto). Se, invece, a scadenza, non si è in grado di onorare gli impegni contrattuali, si perde ciò che è stato impegnato. Durante questa fase di emergenza i prestiti in scadenza a marzo sono stati prorogati in base alle disposizioni del Decreto Liquidità dello scorso 8 aprile 2020 in maniera tale da concedere più tempo ai proprietari per riscattare gli oggetti di valore impegnati al Banco dei Pegni.