I funzionari dell’Agenzia Entrate, nel corso di Telefisco 2024 (l’incontro annuale con la stampa specializzata in cui si analizzano le principali novità fiscali contenute negli ultimi provvedimenti legislativi, tra cui la legge di bilancio), tornano a parlare del principio di cassa. Ed in particolare oggetto della questione è il principio di cassa applicato al bonifico in uscita a cavallo di anno.

Quindi, come imputare una spesa al cliente (che applica il principio di cassa) che predispone un bonifico al soggetto professionista che lo riceve.

E, dunque, come imputare il compenso per quest’ultimo. Si pensi, ad esempio, all’ipotesi in cui un soggetto abbia predisposto il bonifico il 30 dicembre 2023 e l’accredito al professionista sul conto sia avvenuto solo il 3 gennaio 2024.

La spesa per il cliente deve imputarsi al reddito 2023 o 2024? L’incasso per il professionista deve imputarsi al 2023 o al 2024?

Il principio di cassa: come funziona

Il principio di cassa è quello proprio dei professionisti. Secondo il legislatore, in sostanza, i ricavi conseguiti e i costi sostenuti si imputano all’anno d’imposta in cui rispettivamente sono “incassati” e “pagati”.

Una spesa “pagata” il 30 dicembre 2023 deve imputarsi al 2023, così come un ricavo/compenso “incassato il 30 dicembre 2023 deve imputarsi al reddito del 2023.

Lo stesso principio di cassa è applicato anche per il cliente (soggetto privato). L’argomento è stato già da noi affrontato in un nostro precedente articolo in cui si parlava del principio di cassa/competenza applicato al bonifico parlante nel bonus barriere 75%. In tale occasione, sostanzialmente, abbiamo azzeccato l’interpretazione data poi nel corso di Telefisco 2024.

Bonifico a cavallo di anno: l’applicazione del principio di cassa

In Telefisco 2024, l’Agenzia Entrate fa leva su precedenti documenti di prassi. In primis richiama la Circolare n. 38/E del 2010. In tale occasione, l’Amministrazione finanziaria chiarì che, per i soggetti che determinano il reddito secondo il principio di cassa, ai fini dell’imputazione temporale dell’incasso bisogna far riferimento

alla data dell’accredito della somma sul conto corrente (ossia alla data disponibilità).

Per chi fa il bonifico e applica anch’esso il principio di cassa, per l’imputazione temporale della spesa sostenuta rileva il momento in cui, invece, si predispone l’ordine di bonifico. D’altronde, osserva l’Agenzia, già con riferimento alle spese pagate con carta fu precisato in passato che vale il giorno in cui si utilizza la carta e non quella di addebito (Circolare n. 77/E del 2007).

Pertanto, ritornando all’esempio di cui in premessa, per chi applica il principio di casa:

  • chi predispone il bonifico (cliente) deve imputare la spesa all’anno d’imposta 2023
  • mentre chi lo riceve (professionista) deve imputare il compenso all’anno d’imposta 2024.

Riassumendo

  • nel corso di Telefisco 2024, l’Agenzia Entrate è tornata sulla questione del principio di cassa applicato al bonifico in uscita a cavallo di anno
  • in tale occasione, l’Agenzia, ribadisce che, nel caso in cui sia chi predispone il bonifico sia chi lo riceve applicano il principio di cassa:
    • per chi predispone il bonifico, la spesa sostenuta si imputa al reddito dell’anno in cui ricade la data di predisposizione di detto bonifico
    • per chi lo riceve, il compenso deve imputarsi al reddito dell’anno in cui ricade la data dell’accredito effettivo (data disponibilità).