Bonus 150 euro in contanti, è possibile o l’indennità deve per forza essere accreditata sul conto corrente? La prima cosa che bisogna osservare è che, il datore di lavoro, anticipa di tasca sua il bonus, con la retribuzione erogata nella competenza del mese di novembre 2022,  per poi recuperarlo attraverso la denuncia” UniEmens.

Dunque, in considerazione di ciò, sembrerebbe non ammissibile dare il bonus 150 euro in contanti al lavoratore dipendente.

Infatti, è così, ma le ragioni per le quali non è possibile pagare il bonus 150 euro in contanti, non sono tanto le modalità attraverso le quali il datore di lavoro recupera l’anticipazione fatta in busta paga, ma sono ben altre.

Scopriamole insieme.

Il bonus 150 euro

A novembre sarà accreditato in busta paga il bonus 150 per lavoratori dipendenti.

Il bonus e’ riconosciuto per il tramite dei datori di lavoro, nella retribuzione erogata nella competenza del mese di novembre 2022.Dunque,  il tempo stringe per inserire il bonus in busta paga.

In particolare, riprendendo le indicazioni previste per il bonus 200 euro, l’accredito avverrà sulla base delle seguenti tempistiche:

  • con la retribuzione di competenza del mese di novembre 2022 (anche se erogata a dicembre), con denuncia Uniemens entro il 31 dicembre, ovvero, in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici) o della previsione dei CCNL,
  • con quella quella erogata nel mese di novembre (anche se di competenza del mese di ottobre 2022), con denuncia Uniemens entro il 30 novembre, anche laddove la retribuzione risulti azzerata in virtù di eventi tutelati (ad esempio, in ragione della sospensione del rapporto di lavoro per ammortizzatori sociali in costanza di rapporto – CIGO/CIGS, FIS o Fondi di solidarietà, CISOA – o congedi).

Bonus 150 euro. Può essere pagato in contanti?

In premessa ci siamo chiesti se il datore di lavoro possa pagare il bonus 150 euro in contanti. La risposta è negativa, non tanto per le modalità attraverso le quali il datore di lavoro recupera l’anticipazione fatta in busta paga, ma perché dal 1° luglio 2018 (vedi Legge n°205/2017, Legge di bilancio 2018), i datori di lavoro o committenti devono pagare lo stipendio ai lavoratori attraverso una banca o un ufficio postale con uno dei seguenti mezzi:

  • bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore;
  • strumenti di pagamento elettronico;
  • pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento;
  • emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato.

L’impedimento si intende comprovato quando il delegato a ricevere il pagamento e’ il coniuge, il convivente o un familiare, in linea retta o collaterale, del lavoratore, purche’ di eta’ non inferiore a sedici anni.

Tali modalità di accredito valgono sia per anticipi dello stipendio sia per altri bonus cash corrisposti in busta paga.

Il datore di lavoro che non rispetta le suddette indicazioni è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da 1.000 euro a 5.000 euro.

Dunque, il bonus 150 euro, in nessun caso, può essere pagato in contanti.