Il bonus 200 euro per le partite iva.
Potremmo fermarci qui. Infatti, anche se c’è una norma che stabilisce che anche le partite iva hanno diritto al bonus 200 euro, ad oggi, nessun titolare di partita iva, che sia un imprenditore individuale o un professionista, ha ricevuto il bonus.
Il motivo? Scopriamolo insieme.
Se anche tu hai la partita iva e stai aspettando di ricevere il bonus 200 euro ti suggeriamo di leggere questo articolo.
Il bonus 200 euro. A chi spetta?
L’art 31 e seguenti del D.
- lavoratori dipendenti,
- pensionati,
- lavoratori autonomi anche senza partita iva;
- lavoratori domestici con uno o più rapporti di lavoro in essere alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti”;
- chi, per il mese di giugno 2022, ha percepito l’indennità di disoccupazione Naspi o DISCOLL;
- lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa con contratti attivi alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti”, iscritti alla Gestione separata dell’Inps, non titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- percettori nel 2022 dell’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021
- incaricati alle vendite a domicilio, titolari di partita Iva attiva e iscritti alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti” alla Gestione separata;
- lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che, nel 2021, hanno almeno 50 contributi giornalieri versati;
- ecc.
Dunque anche i lavoratoti autonomi senza partita iva, una volta verificati alcuni requisiti, hanno diritto al bonus 200 euro.
Il bonus 200 euro per le partite iva
Fermo restando quanto detto per i lavoratori autonomi senza partita iva, per chi invece è titolare di partita iva, che sia imprenditore individuale o professionista poco importa, c’è da fare una piccola disamina.
L’art.33 del decreto Aiuti ha istituito un fondo per il sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori autonomi.
Tuttavia, l’operatività del Fondo è subordinata ad uno o più provvedimenti del Ministero competente.
Tali provvedimenti devono definire:
- i criteri per la concessione dell’indennità una tantum,
- le modalità di riconoscimento,
- nonché i limiti reddituali da rispettare.
Il decreto è in forte ritardo. Infatti avrebbe dovuto essere approvato più di un mese fa. A oggi non c’è neanche una bozza disponibile del provvedimento. Tuttavia, noi di Investire Oggi, riteniamo che entro la fine del mese i titolari di partita iva sapranno qualcosa in più. La speranza è quella di scongiurare l’ipotesi clickday.