Ci sono tante misure pensionistiche che un lavoratore può sfruttare per andare in pensione. E ci sono tante piccole misure che agevolano la pensione per alcuni lavoratori. Solo che spesso pochi conoscono quello che possono sfruttare per accedere in maniera più facile alla quiescenza. Anche chi sembra consapevole delle possibilità, spesso non ne sa abbastanza. In questi casi, si rischia di commettere qualche errore di calcolo. Un esempio tipico è ciò che sostiene un nostro lettore, che ci parla del bonus contributivo, ovvero della maggiorazione contributiva per i periodi di lavoro antecedenti la maggiore età.

“Buongiorno, volevo capire se posso sfruttare pure io il bonus contributivo di cui avete trattato in altri vostri articoli. Parlo del bonus contributivo che consente di andare in pensione più facilmente a chi ha diversi anni di contributi versati prima di arrivare a 18 anni di età. Io che ho 40 anni di contributi pieni, posso vantare due anni altrettanto pieni di contributi versati dai 16 ai 18 anni. Ho iniziato a lavorare molto presto e, secondo me, se esiste questa possibilità, è una questione di giustizia sociale. Ma non sono sicuro che ne ho la facoltà, visto che mi sembra che per le pensioni anticipate non si possa sfruttare questa misura. Ho ragione?”

Bonus contributivo e la pensione si avvicina, ma per l’anticipata è ancora presto

Per andare in pensione, c’è una particolare condizione che possono sfruttare i veri precoci e non quelli che invece rientrano nella famosa Quota 41. Per questa misura, il precoce è considerato colui che ha almeno 12 mesi di contributi versati prima di aver compiuto il diciannovesimo anno di età. Invece, il vero precoce è colui che ha iniziato a lavorare e quindi a versare contributi, prima del diciottesimo anno di età.

In questo caso, questi precoci, come il nostro lettore, possono rientrare in un particolare vantaggio: la maggiorazione contributiva degli anni di lavoro svolti da minorenni.

Infatti, c’è la possibilità di chiedere all’INPS di valutare in misura maggiore questi periodi di contribuzione. Il bonus contributivo vale 1,5 volte, nel senso che ogni periodo di lavoro utile al raggiungimento dei requisiti per la pensione può essere valutato il 50% in più.

In termini pratici, un anno di lavoro vale un anno e 6 mesi, due anni valgono 3 anni e così via. Sebbene questo bonus contributivo non aumenti l’importo della pensione, esso vale per raggiungere i requisiti per accedere alla pensione.

Nulla da fare per le pensioni anticipate, ecco perché

Il bonus contributivo, però, non riguarda tutti i lavoratori e quindi non riguarda tutte le misure. Infatti, possono sfruttare il bonus contributivo solo coloro che hanno diritto alle misure previste dal sistema contributivo. Solo coloro che hanno il primo versamento successivo al 1995 possono godere del bonus contributivo.

La maggiorazione del 50% del valore dei contributi sul diritto alla pensione vale, per esempio, per raggiungere i 20 anni di contributi utili alla pensione di vecchiaia ordinaria o alla pensione anticipata contributiva.

Tuttavia, il fatto che il primo versamento di contributi e quindi l’iscrizione alla previdenza obbligatoria debba essere successiva al 31 dicembre 1995 esclude chi, come il nostro lettore, punta alle pensioni anticipate. Lui ha iniziato a lavorare sicuramente prima del 1996 e quindi non può sfruttare questa facoltà.

Il bonus contributivo nel futuro adatto a tutte le misure e tutti i contribuenti

In futuro, però, non mancheranno contribuenti che potranno godere di questa agevolazione per raggiungere più facilmente i contributi necessari ad anticipare la pensione senza limiti di età. Infatti, man mano che passa il tempo, sono sempre meno i contribuenti non ancora in pensione che possono essere definiti come vecchi iscritti. Presto resteranno solo i nuovi iscritti come soggetti attivi, poiché i lavoratori con carriere iniziate prima del 1996 non ci saranno più.

Si tratta di un processo fisiologico ancora lungo, ma che prima o poi diventerà realtà.