Buoni pasto elettronici e cartacei, quali convengono di più? Con l’approvazione della legge di bilancio 2020 sono state introdotte importanti novità dal punto di vista fiscale per i buoni pasto elettronici, anche per contrastare lo scorretto utilizzo che spesso si fa di quelli cartacei.

I buoni pasto elettronici non sono altro che i ticket restaurant cartacei de materializzati, in versione digitale, e che stanno sempre più sostituendo quelli tradizionali. Col vantaggio che il costo di produzione per le società che li emettono sono nettamente minori rispetto al formato cartaceo.

I buoni pasto elettronici non sono altro che dei tesserini con banda magnetica o microchip sui quali il datore di lavoro “carica” quotidianamente il valore del buono pasto da consumarsi presso il ristorante o il supermercato convenzionato.

I vantaggi fiscali dei buoni pasto elettronici

Tale valore varia in base agli accordi aziendali e il vantaggio per il dipendente è che lo Stato non impone tasse sui ticket restaurant. Di più, con la manovra di bilancio 2020 è aumentata la soglia di esenzione fiscale sui buoni pasto elettronici passando da 7 a 8 euro, mentre è diminuita su quelli cartacei che scende da 5,29 a 4 euro. In altre parole, si vuole favorire ulteriormente l’utilizzo dei buoni pasto elettronici a scapito di quelli cartacei facendo leva sulle minori imposte. Ma il vantaggio non è solo fiscale. Vi è anche la comodità dell’utilizzo: i buoni pasto elettronici non devono essere firmati e datati ogni volta che se ne fa uso perché al momento del pagamento presso l’esercente tramite POS vengono rilevate elettronicamente tutte le informazioni necessarie. La comunicazione, inoltre, in tempo reale alla società che gestisce i buoni pasto consente un rapido e preciso riscontro contabile per disporre i relativi rimborsi.

I controlli sui buoni pasto elettronici

Altri vantaggi dei buoni pasto elettronici consistono nella tracciabilità dei titoli. La legge (Decreto Ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico numero 122 del 7 giugno 2017) stabilisce che i buoni pasto “non sono cedibili, cumulabili oltre il limite di otto buoni, né commercializzabili o convertibili in denaro” e “utilizzabili solo dal titolare”.

Spesso però, vengono utilizzati come se fossero delle vere e proprie banconote ravvisandosi così degli abusi che i datori di lavoro non sono in grado di contrastare. Il buono pasto elettronico, invece, è tracciabile e difficilmente si presta a uno scorretto utilizzo. Non solo, il datore di lavoro è in grado di monitorare in tempo reale la fruizione del ticket reataurant presso gli esercizi convenzionati controllando quindi che lo stesso venga consumato realmente per fruire del pasto nel giorno lavorativo per cui si matura il diritto.

Vantaggi e svantaggi per gli esercenti

Fra i vari vantaggi dei buoni pasto elettronici per l’esercente convenzionato vi è senz’altro la gestione più rapida della contabilizzazione, che avviene elettronicamente e quindi la possibilità di ottenere il pagamento dalla società emittente in minor tempo. Per contro, però, ci sono anche grossi svantaggi: le commissioni di incasso, già altissime per i buoni cartacei, sono più alte ancora per i ticket elettronici. Questi, inoltre, non possono essere registrati dal terminale POS che si usa per i pagamenti tramite bancomat o carte di credito, ma necessitano di un apposito apparecchio che ogni società di gestione dei ticket restaurants mette a disposizione dell’esercente convenzionato. I costi variano da società a società e l’apparecchio elettronico viene fornito in comodato d’uso con un canone mensile variabile in base anche al volume di transazioni annuali. E’ quindi del tutto evidente che il supermercato non avrà problemi ad ammortizzare i costi, ma il piccolo ristorante dovrà fare i conti anche con questi balzelli col rischio che l’utilizzo del ticket restaurant in formato elettronico venga disincentivato.