Ogni anno, di questi periodi, i contribuenti italiani sono impegnati con la dichiarazione dei redditi. Questa fase cruciale vede la scelta tra il Modello 730/2024 (anno d’imposta 2023), con scadenza il 30 settembre, e il Modello Redditi, con scadenza il 15 ottobre. Alcuni sono obbligati per legge a presentare la dichiarazione, mentre altri lo fanno volontariamente per recuperare spese detraibili e deducibili, ottenendo così un rimborso IRPEF.

I contribuenti possono scegliere di affidarsi a Centri di Assistenza Fiscale (CAF) e professionisti del settore, come commercialisti o consulenti del lavoro.

In alternativa, possono optare per una soluzione fai-da-te utilizzando la dichiarazione dei redditi precompilata. Indipendentemente dalla modalità scelta, è fondamentale conservare la stampa del modello presentato insieme alla ricevuta ministeriale e a tutta la documentazione di supporto, come fatture di spesa e attestazioni di interessi sui mutui per la prima casa. Questa documentazione potrebbe essere richiesta in caso di controlli fiscali.

Conservazione del 730: quando si può buttare?

La domanda che molti si pongono è: “Quando posso buttare il 730 o il Modello Redditi?”. La normativa vigente stabilisce che il contribuente deve conservare la dichiarazione e la relativa documentazione giustificativa fino alla scadenza del termine entro il quale l’Amministrazione finanziaria ha il potere di accertamento. Questo termine è fissato al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione.

Per il Modello 730/2024, che si riferisce all’anno d’imposta 2023, ciò significa che la documentazione deve essere conservata fino al 31 dicembre 2029. Lo stesso vale per il Modello Redditi 2024. Di conseguenza, nel 2024 è possibile cestinare il Modello 730/2018 (anno d’imposta 2017) e il Modello Redditi Persone Fisiche 2018 (anno d’imposta 2017), poiché l’Agenzia delle Entrate ha perso il potere di accertamento il 31 dicembre 2023.

Eccezioni e considerazioni

È importante notare che se nella dichiarazione dei redditi sono presenti spese detraibili o deducibili ripartite su più anni, il periodo di conservazione di cinque anni inizia dall’anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione contenente la rata.

Ad esempio, se nel Modello 730/2019 (anno d’imposta 2018) sono indicate spese di ristrutturazione edilizia effettuate nel 2018, che danno diritto a una detrazione del 50% ripartita in dieci rate annuali di pari importo, l’ultima rata sarà inclusa nel Modello 730/2028 (anno d’imposta 2027). In questo caso, tutta la documentazione relativa al bonus ristrutturazione edilizia dovrà essere conservata fino al 31 dicembre 2033.

In sintesi, la gestione della dichiarazione dei redditi e della relativa documentazione richiede attenzione e organizzazione. È essenziale rispettare i termini di conservazione stabiliti dalla legge per evitare problemi in caso di controlli fiscali. Quando arriva il momento di “buttare il 730”, assicurarsi di aver rispettato tutte le normative vigenti e di aver considerato tutte le possibili eccezioni relative a detrazioni e deduzioni ripartite su più anni.

Riassumendo…

  • la dichiarazione dei redditi, quest’anno, si presenta tra maggio e ottobre
  • i contribuenti possono scegliere tra Modello 730/2024 o Modello Redditi 2024
  • in alcuni casi è obbligatorio utilizzare il Modello Redditi
  • conservare documentazione fiscale fino a cinque anni dopo la dichiarazione
  • Modelli 730/2018 e Redditi 2018 si possono buttare nel 2024
  • spese detraibili ripartite estendono la conservazione oltre i cinque anni.