Se si possiede solo la casa in cui si vive e questa non è di lusso, non bisogna preoccuparsi dell’IMU 2024, come era anche per l’imposta del passato.

La legge prevede infatti l’esenzione dal tributo per l’abitazione principale, a meno che questa non rientri nelle categorie catastali di lusso A/1, A/8 o A/9. Ma cosa succede se si possiede anche una seconda casa? Scopriamolo insieme.

Come appena detto, per i proprietari di un’unica casa in cui risiedono e che non è classificata come di lusso, l’IMU non è dovuta.

Questo esonero riguarda le abitazioni principali che non rientrano nelle categorie catastali A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di eminente pregio artistico o storico). In caso contrario, l’IMU è obbligatoria anche per l’abitazione principale.

La base imponibile IMU seconda casa

Chi possiede una seconda casa, invece, deve calcolare e versare l’IMU 2024 per questo immobile. La seconda casa è definita come quella in cui il contribuente non ha la residenza e la dimora abituale. Ad esempio, se Giovanni risiede e dimora a Pescara ma possiede anche una casa in montagna, quest’ultima è considerata seconda casa ai fini IMU.

La normativa (cambiata dalla giurisprudenza) prevede che, se un comproprietario, appartenente allo stesso nucleo familiare, ad esempio la moglie di Giovanni, trasferisce la propria residenza e dimora nella seconda casa, questa diventa abitazione principale anche ai fini dell’IMU. Un consiglio, dunque, questo da prendere in considerazione per risparmiare sul tributo.

Il calcolo del tributo per la seconda casa parte dalla base imponibile IMU, determinata dalla rendita catastale rivalutata del 5%. Questo valore è poi moltiplicato per un coefficiente che varia a seconda della categoria catastale dell’immobile. I coefficienti sono:

  • 160 per le categorie catastali A (esclusa A/10), C/2, C/6 e C/7);
  • 80 per le categorie catastali A/10 e D/5;
  • 140 per le categorie catastali B, C/3, C/4 e C/5;
  • 55 per la categoria catastale C/1;
  • 65 per le categorie catastali D (esclusa D/5).

Infine, alla base imponibile si applica l’aliquota prevista dalla delibera comunale IMU.

IMU 2024 seconda casa: esempio di calcolo

Consideriamo un immobile di categoria catastale A/2 con una rendita catastale di 600 euro. Il calcolo della base imponibile sarà:

  • Base imponibile IMU = (600×1,05) × 160 = 100.800 euro

È importante ricordare che la base imponibile deve essere rapportata alla percentuale di possesso e ai mesi di possesso dell’immobile. Si conteggia per intero il mese in cui il possesso si è protratto per più della metà dei giorni di cui il mese stesso si compone. Il tributo si paga in due tranche. Acconto (16 giugno) e saldo (16 dicembre). Possibilità di versare l’IMU in unica soluzione entro la stessa scadenza dell’acconto.

Considerazioni finali

Sebbene l’IMU sia sempre dovuta sulle seconde case, il legislatore prevede alcune esenzioni e sconti. Ad esempio, sono previsti sconto IMU per le case concesse in comodato d’uso ai figli. Questo tipo di agevolazione può ridurre significativamente l’importo dovuto.

La normativa IMU (commi dal 738 a 783 legge bilancio 20020), dunque, distingue chiaramente tra l’abitazione principale e le seconde case, stabilendo esenzioni per le prime, salvo che siano di lusso, e imponendo il tributo sulle seconde.

Conoscere le categorie catastali degli immobili e applicare correttamente le aliquote comunali è fondamentale per il corretto calcolo dell’IMU. Tenendo conto delle esenzioni e degli sconti previsti, è possibile ottimizzare il pagamento del tributo.

Riassumendo…

  • esenzione IMU per abitazione principale non di lusso
  • IMU dovuta per abitazioni principali di lusso (categorie A/1, A/8, A/9)
  • IMU obbligatoria su seconde case
  • base imponibile calcolata da rendita catastale rivalutata del 5%
  • coefficienti variabili secondo categoria catastale per il calcolo IMU
  • sconti IMU su seconde case come quelle date in comodato d’uso ai figli.