Il canone RAI non pagato configura “evasione” e non “morosità”. Con circa 2.67 milioni di famiglie italiane che non versano la tassa e con un’evasione misurabile in 241 milioni di euro (dato aggiornato al 2019), il fisco potrebbe correre sin da subito ai ripari per il recupero di tali entrate.

Come non pagare la tassa

Anche se, dal 2016 è cambiata la modalità di pagamento del canone RAI, comunque, una parte degli italiani continuano a non pagare il canone RAI.

Ricordiamo che dal citato anno il legislatore ha abbandonato il bollettino di c/c come modalità di riscossione del canone, introducendo la presunzione secondo cui chi è intestatario di utenza elettrica residenziale si presuppone anche possessore del televisore in casa e, quindi, obbligato al versamento.

Il canone è addebitato direttamente nella bolletta dell’utenza in quote bimestrali da 18 euro ciascuna (per un totale di 90 euro annui).

E’ possibile sottrarsi a tale presunzione e, dunque, non pagare, inviando all’Agenzia delle Entrate, sotto la propria responsabilità, una dichiarazione sostitutiva di non detenzione (compilando il quadro A del modello).

Canone RAI non pagato: l’invito delle Entrate a mettersi in regola

Nonostante l’addebitato in bolletta continua ad aversi evasione. In che modo?

Non pagando la fattura, oppure pagando solo la quota energia riferita alla fattura stessa o anche inviando la dichiarazione sostitutiva di non detenzione nonostante in casa sia presente la tv.

In caso di canone RAI non pagato, si è, a tutti gli effetti, considerati evasori verso il fisco essendo una tassa dovuta sulla “detenzione” dell’apparecchio televisivo.

Ad ogni modo, dati gli ultimi numeri richiamati in premessa, l’Agenzia delle Entrate potrebbe scendere in campo con l’invio di avvisi bonari in cui si invita i cittadini a mettersi in regola effettuando il versamento entro un determinato lasso di tempo. Nei casi estremi di prolungato inadempimento, si rischierebbe addirittura il pignoramento.

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