Caro bimbo 2017: quanto costa mantenere un figlio nel primo anno di vita?

Caro bimbo: mantenere un bambino nel primo anno di vita nel 2017 costerà da 7.072,90 euro a 15.140,76 euro, l’1,1% in più rispetto al 2016.
8 anni fa
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I recenti dati dell’Istat sulla natalità nel nostro Paese hanno confermato una realtà drammatica. Una realtà che trova riscontro nella consueta indagine condotta dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui costi relativi al mantenimento di un figlio nel primo anno di vita.

Come denunciamo da anni, infatti, crescere un figlio è una scelta estremamente impegnativa, non solo ovviamente dal punto di vista umano, ma anche economico. L’elevato tasso di disoccupazione giovanile incide in maniera determinante su tale scelta, costringendo molte coppie a rimandare o a rinunciare ad avere figli fino a quando la loro condizione economica non si stabilizzerà.

Dallo studio sulla spesa per mantenere un bambino nei primi 12 mesi emerge che tale costo varia da un minimo di 7.072,90 € ad un massimo di 15.140,76 €, con un aumento medio dell’1,1% rispetto al 2016.

Ecco di seguito la tabella con i costi in dettaglio ed i consigli per risparmiare:

tabella 1

tabella 2

(a) differenze dipendono da marca pannolino e numero di cambi
(b) costo varia a seconda numero mesi di allattamento materno, il numero di mesi in cui si utilizza il latte in polvere o il latte fresco. Inoltre nelle pappe si considerano anche omogeneizzati e condimenti;

(c) Il costo delle visite mediche dipende dalla possibilità di avere un buon pediatra pubblico (anche se il fatto che non facciano visite a domicilio costringe i genitori ad averne sempre uno privato a disposizione).

 

Risparmiare è possibile

Le cifre emerse dallo studio sono a dir poco impressionanti, ma è anche vero che, relativamente ad alcuni costi è possibile risparmiare in maniera notevole.

Il metodo più diffuso per abbattere i costi è il prestito tra familiari e amici… ma anche tra sconosciuti!  Sono nati a questo scopo, infatti, diversi gruppi su internet e sui social network, dove scambiare oggetti, accessori, o anche semplici consigli all’insegna del risparmio e del riuso.


In occasione della nascita, inoltre, parenti, amici e conoscenti vengono spesso in aiuto con regali utili. In questi casi è una buona abitudine predisporre una “lista dei desideri”: aiuterà i neogenitori ad eliminare l’eventualità di ricevere doppioni o oggetti indesiderati, agevolerà anche la scelta di chi deve fare il regalo.
Per il corredo (lettini, fasciatoi, box, ecc.) non è da sottovalutare, inoltre, il mercato dell’usato, anche online!
Molte coppie per risparmiare dal punto di vista dello spazio, oltre che da quello della spesa, decidono di sostituire il passeggino, la carrozzina e l’ovetto per l’auto, con i cosiddetti “tris”, cioè carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino e in ovetto. Questa tipologia di accessori possono costare tra 396 e 718 Euro.

Costi pre-nascita

Va considerato, inoltre, che ai costi da sostenere nel primo anno di vita del bimbo vanno aggiunti anche quelli sostenuti prima della nascita, per un totale di 2.073,20 Euro (l’1% in più rispetto al 2016).

tabella 3

Asilo nido e baby sitter

Dopo la maternità, inoltre, dovendo tornare al lavoro, più di tre coppie su dieci sono costrette a chiedere aiuto a nonni e parenti (da dati recenti sono 12 milioni i nonni che si occupano dei nipotini), o a pagare salatamente un asilo nido privato o per una babysitter a tempo pieno. Ecco di seguito un esempio dei costi per tali voci.

tabella 4

Aiuti e sostegni

Esistono alcune forme di sostegno studiate per aiutare le famiglie ad affrontare i costi del mantenimento di un figlio.

E’ confermato il bonus bebè, per i bambini nati tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, per le famiglie con un reddito Isee al di sotto dei 25mila euro annui. Tra i 7mila e i 25 mila euro all’anno di reddito dichiarato, la prestazione sarà pari a 960 euro nei 12 mesi (80 euro al mese); per chi denuncia meno di 7mila euro, gli assegni garantiranno 1920 euro annui.

La durata di percezione dell’assegno avrà estensione triennale. Per presentare domanda ci si può rivolgere all’Inps (anche online), a un CAF o patronato che curi la pratica. Ad avanzare richiesta dovrà essere un genitore, fornendo adeguata autocertificazione che sarà sottoposta al vaglio dell’ente di previdenza per la verifica dei requisiti.

 

Novità del 2017 è il premio alla nascita o premio mamma domani. Consiste in un premio una tantum da 800 euro concesso alle future mamme al settimo mese di gravidanza, valido dal 1° gennaio 2017. Per richiederlo è necessario presentare domanda dopo il compimento del settimo mese di gravidanza, corredata con certificato medico di uno specialista del Servizio Sanitario Nazionale, che attesti la data presunta del parto. Come specifica la circolare INPS, verranno in seguito rilasciati i dettagli per presentare la domanda in via telematica. Tale bonus non ha vincoli Isee. Possono richiederlo le mamme che hanno effettuato un’adozione nazionale o internazionale di un minorenne, che hanno ottenuto l’affidamento preadottivo nazionale o internazionale, che si trovano al 7° mese di gravidanza. Le mamme devono avere residenza in Italia, cittadinanza italiana o comunitaria o status di rifugiato politico e protezione sussidiaria o permesso di soggiorno Ue di lungo periodo o carta di soggiorno per familiari di cittadini Ue.

 

Nel 2017 sarà disponibile il Bonus nido: pari a 1.000 euro l’anno, corrisposti in 11 mensilità, destinati al pagamento delle rette dell’asilo nido. Il bonus vale per i bambini nati dal 2016 e potrà essere percepito per al massimo tre anni. Per ottenerlo non vi sono limiti di reddito, ma bisogna aspettare le indicazioni. Questo beneficio non è cumulabile con la detrazione fiscale per le spese documentate di iscrizione in asili nido sostenute dai genitori (una detrazione fiscale pari al 19% sul totale delle spese annue documentate, sostenute fino a un massimo di 632 euro). Non è cumulabile nemmeno con i voucher asili nido o babysitter, misura già in vigore nel 2016 e prorogata nel 2017.

 

Esistono, inoltre, i voucher asilo nido e baby sitter. Si tratta di un’agevolazione di 600 euro al mese (totale 3.600 euro) un massimo di sei mesi, che spetta alle mamme lavoratrici dipendenti o iscritte alla gestione separata INPS, che tornano al lavoro dopo la maternità obbligatoria o alle lavoratrici autonome non parasubordinate (non iscritte alla gestione separata INPS) e alle imprenditrici. Per queste figure, il periodo fruibile dei voucher è ridotto della metà, per cui per 3 mesi per un totale di 1800 euro.

Per usufruirne, entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo la maternità obbligatoria, al posto del congedo parentale, le neomamme lavoratrici possono utilizzare il voucher baby sitter o asili nido. Tale contributo viene erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro che saranno ritirati dalle lavoratrici presso la sede provinciale INPS entro e non oltre 120 giorni dalla ricezione della comunicazione di accoglimento della domanda. La madre potrà ritirare i voucher in un’unica soluzione oppure scegliere di ritirarli a cadenza mensile.

 

Bisognerà aspettare la fine di marzo per poter usufruire di un’altra agevolazione, il fondo crediti nuovi nati destinato a fornire garanzie sui piccoli prestiti concessi alle famiglie che avranno o adotteranno un figlio a partire dal 2017.

Questo fondo di credito è pensato per i bambini – sia nati che adottati – durante i tre anni dal 2015 al 2017 (dunque dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017). La misura è stata approvata in via definitiva con la Legge di Stabilità 2017, ma è necessario attendere la circolare dell’INPS che spiegherà nei dettagli le modalità con cui accedere al prestito.

Per avere un’idea degli importi degli scorsi anni, per i figli nati nel 2009, 2010 e 2011 era possibile avere fino a 5mila euro, da rendere entro massimo 5 anni.

 

Ufficio Stampa

Federconsumatori Nazionale

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