Il Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2024 ha dato il via libera al secondo esame della riforma della riscossione, precedentemente approvata il 4 luglio 2024. Su proposta di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, la riforma è ora definitivamente completata. Le novità per i contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali sono significative.

Di fatto, si tratta di un autentico riordino del sistema nazionale della riscossione, con la grande novità della cartolarizzazione delle somme discaricate, approvata in extremis. Questo è stato il motivo del secondo esame, dato che la Ragioneria di Stato aveva espresso pareri scettici.

Cartelle esattoriali, riforma approvata e nuovi aiuti agli indebitati: ecco i 4 punti cardine

La riforma della riscossione abbraccia diversi punti salienti del rapporto tra cittadini indebitati e agente della riscossione. La prima novità degna di nota mira a risolvere due problemi distinti: uno per i cittadini e uno per la Pubblica Amministrazione. I cittadini con cartelle esattoriali vedranno ridotti molti ruoli, mentre l’Agente della riscossione alleggerirà il suo magazzino di insoluti, soprattutto di quelle cartelle che non è riuscito a incassare per oltre cinque anni.

Le cartelle, così come sono, rappresentano un peso piuttosto che un utile per l’Agente della riscossione, a causa dell’impegno di risorse economiche per chiedere nuovamente i pagamenti (lettere, raccomandate, notifiche) e l’impiego di addetti per sbrigare queste pratiche. Ma quali saranno le cartelle che finiranno nel discarico automatico?

Dal 1° gennaio 2025, tutte le cartelle esattoriali che al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento del credito dall’Ente all’Agenzia delle Entrate Riscossione non saranno state incassate, verranno oggetto di discarico automatico. In altre parole, saranno depennate dalla lista delle cartelle a carico di un contribuente. Se il debitore è oggetto di chiusura attività per fallimento, di liquidazione giudiziale o è nullatenente, le cartelle verranno discaricate anche senza il decorso dei cinque anni.

Riaffidamento del carico all’Agente della riscossione e altre novità sulle cartelle esattoriali

Le cartelle discaricate riguardano il rapporto tra Agenzia delle Entrate Riscossione e contribuente. Sarà la cartella esattoriale a essere cancellata automaticamente dall’estratto di ruolo del debitore presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma non il debito vero e proprio, su cui l’ente mantiene il diritto di incassare nuovamente.

Nella riforma della riscossione si prevede che l’ente possa ritornare alla carica per una cartella discaricata, non cancellando quindi per davvero il debito. Potrà farlo con diverse procedure: notifiche e intimazioni di pagamento attraverso i propri canali interni. O riaffidando l’incarico all’Agenzia delle Entrate Riscossione per un ulteriore tentativo di incasso (per un massimo di due anni). Questo nel caso in cui emergano nuove e significative voci reddituali o patrimoniali del debitore.

In alternativa, l’ente potrà affidare il credito a soggetti privati tramite gara d’appalto, come agenzie di riscossione private e società di recupero crediti riconosciute, come avviene con prestiti al consumo e finanziamenti.

Nuove rateizzazioni di pagamento: una mano tesa ai contribuenti indebitati

Anche le rate ordinarie che un contribuente indebitato può chiedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione subiscono modifiche nella riforma appena approvata. Le rateizzazioni delle cartelle esattoriali non sono una novità, ma cambia la durata dei piani, che si allunga. Attualmente le rate possono arrivare a 72 mesi (6 anni) o a 120 mesi (10 anni) per i contribuenti in temporanea difficoltà, previa prova.

Con la riforma, i contribuenti indebitati godranno di trattamenti più favorevoli. Per le richieste di rateizzazione ordinaria delle cartelle per debiti fino a 120.000 euro, presentate nel 2025 o nel 2026, le rate arriveranno fino a 84 mesi (7 anni). Indipendentemente dalle difficoltà economiche.

In questo caso, le rate potranno arrivare fino a 120 mesi. Per le richieste presentate nel biennio 2027-2028, le rate diventeranno 96, e dal primo gennaio 2029, le rate diventeranno 108.

Per i contribuenti con debiti superiori a 120.000 euro, le rate saranno sempre massimo 120, indipendentemente dalla data di presentazione dell’istanza.