La ricongiunzione dei contributi è un istituto che permette di riunire tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione assicurativa. Per questo, quando ci si avvicina alla data della pensione, è sempre bene verificare anzitempo la propria posizione per evitare di lasciare per strada qualche settimana o mese di contributi, utili anche per raggiungere il requisito dell’anzianità contributiva minima.

L’obiettivo della ricongiunzione contributiva è quello ottenere una sola pensione, valorizzando i vari spezzoni di vita contributiva versati in varie casse previdenziali.

Questo servizio è rivolto al lavoratore diretto interessato o ai suoi superstiti. La domanda di ricongiunzione deve comprendere tutti i periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, riscattata) che il lavoratore ha accumulato in almeno due diverse forme previdenziali fino al momento della richiesta e che non siano già stati utilizzati per liquidare una pensione.

Come funziona la ricongiunzione dei contributi

Ma di cosa si tratta esattamente? Per ricongiunzione dei contributi si intende, nello specifico, l’accorpamento dei periodi di assicurazione versati e maturati dal lavoratore in diverse gestioni previdenziali obbligatorie. Questo procedimento non è automatico, ma si attiva a domanda dell’interessato presso l’Inps o altre casse pensionistiche. Consente di ottenere una unica rendita calcolata per tutti i contributi versati nelle diverse gestioni.

Con la ricongiunzione, quindi, si trasferiscono i contributi da una cassa all’altra facendoli confluire per semplicità e convenienza in un unico conto assicurativo. La domanda di ricongiunzione deve essere presentata presso l’ente di previdenza dal lavoratore, purché non sia già titolare di altra pensione. Così se un lavoratore ha svolto l’attività di geometra e versato contributi nella rispettiva cassa e poi ha lavorato come impiegato tecnico presso un ente locale, potrà chiedere all’Inps la ricongiunzione dei contributi nella sola gestione del fondo lavoratori dipendenti prima di andare in pensione.

L’Inps chiederà il trasferimento dei relativi periodi assicurativi e li sommerà al fondo pubblico di appartenenza del lavoratore interessato.

Quindi calcolerà l’importo della rendita e liquiderà la pensione al beneficiario secondo le regole previste per il tipo di pensione richiesta. Da non dimenticare che tutte le operazioni di ricongiunzione contributiva sono a titolo oneroso.

I contributi versati non si perdono mai

Ma perché fare la ricongiunzione dei contributi? Anche se si trattasse solo di qualche mese o settimana, tutti i contributi versati qua e là nelle varie casse previdenziali (anche all’estero) sono utili per la misura della pensione. Più in dettaglio, servono al fine del raggiungimento del diritto e della misura della rendita ordinaria o anticipata. Alcuni lavoratori non ci fanno caso o non ci danno importanza, salvo poi accorgersi di qualche errore e dover chiedere un ricalcolo della pensione all’Inps o alla cassa di appartenenza.

La legge, per chi non lo sapesse, fornisce diverse soluzioni al lavoratore affinché nulla vada perduto. I contributi versati in questa o quella cassa previdenziale non si prescrivono e possono essere sfruttati al momento della domanda di pensione. Le soluzioni previste dal legislatore sono la ricongiunzione, la totalizzazione e il cumulo. Gli ultimi due istituti si esercitano al momento della presentazione della domanda di pensione, mentre la ricongiunzione dei contributi si può effettuare anche durante il periodo di lavoro.

Riassumendo…

  • La ricongiunzione è utile per sommare i periodi contributivi accumulati in diverse casse pensionistiche.
  • L’operazione è effettuata a richiesta del lavoratore ed è a titolo oneroso.
  • La ricongiunzione è utile sia per il diritto che per la misura della pensione.