Differenze, peggioramenti e maggiori difficoltà sono quelle che troveranno i lavoratori che vorranno andare in pensione a 64 anni di età nel 2024 rispetto al 2023. Infatti la pensione anticipata contributiva cambia alcuni requisiti da centrare. E il cambio è negativo. A questo si deve aggiungere anche la variazione di importo dell’assegno sociale. Perché salirà la prestazione e, a cascata, salirà l’importo minimo della pensione da raggiungere per le anticipate contributive.

“Cari esperti, volevo porvi una domanda sulla pensione anticipata contributiva. Mi riguarda perché non ho contributi versati prima del 1996 e raggiungo i requisiti per questa misura nel 2024.

Tutti tranne quello dell’importo della pensione. Non è che non lo raggiungo. Non capisco che importo servirà l’anno prossimo. Mi spiegate il calcolo?”

Che importo serve per la pensione a 64 anni nel 2023 e nel 2024

Il calcolo del trattamento previdenziale da raggiungere affinché l’INPS possa accettare una domanda di pensione anticipata contributiva a un contribuente è forse l’unica cosa complicata che riguarda questa misura. Perché per il resto non ci sono complicati requisiti da centrare. Basta aver compiuto quanto meno 64 anni di età e una carriera contributiva minima di 20 anni. Infine, basta che non siano presenti nella carriera del diretto interessato, periodi antecedenti il 1996, coperti da contributi a qualsiasi titolo versati.

Cosa cambia per i contributivi dal primo gennaio prossimo

Fino al 31 dicembre 2023 per la pensione anticipata contributiva l’importo minimo da centrare deve essere pari ad almeno 2,8 l’assegno sociale. E se è vero che l’assegno sociale oggi è pari a 503,27 euro al mese, significa che l’INPS eroga la pensione anticipata contributiva solo se l’importo è pari a 1.409,16 euro a mese.

Nel 2024 l’assegno sociale salirà probabilmente alla cifra di 530,44 euro al mese. Diciamo probabilmente perché ci basiamo sul tasso di inflazione previsionale che dovrebbe essere pari al 5,4%. Ma solo le circolari INPS potranno ufficializzare il tutto.

Se venisse confermato tutto questo, con l’assegno sociale in aumento, aumenterebbe l’importo minimo della pensione da raggiungere.

Inflazione e altre partite, ecco i nuovi importi della pensione minima da centrare

Ma l’inflazione e l’incremento dell’assegno sociale non è tutto. Perché il governo ha deciso di passare la pensione anticipata contributiva da un minimo di 2,8 volte l’assegno sociale a un minimo di 3 volte. Per le donne con un figlio avuto il limite resta ancorato alle 2,8 volte l’assegno sociale, mentre con due o più figli avuto, questo limite scende a 2,6 volte. Anche senza adeguamento dell’assegno sociale, il vincolo sarebbe aumentato.

In definitiva, non si moltiplicherà più 503,27 euro per 2,8 volte. E non si moltiplicherà nemmeno il nuovo importo dell’assegno sociale, cioè 530,45 euro, per 2,8 ma per 3 volte. In buona sostanza, chi come il nostro lettore, vuole andare in pensione con la quiescenza anticipata contributiva, molto probabilmente dovrà centrare una pensione di 1.591,34 euro.

Come fare a calcolare la pensione spettante

Il nostro lettore ha i requisiti generali per andare in pensione, ma deve verificare di avere il diritto alla prestazione per quanto concerne l’importo. Essendo un lavoratore che non ha contributi in epoca retributiva, la sua prestazione è commisurata all’ammontare dei contributi versati.

Infatti le pensioni contributive escono fuori dalla somma di tutti i contributi accumulati, rivalutati al tasso di inflazione annualmente e passati per i cosiddetti coefficienti di trasformazione. Va detto subito che per arrivare a percepire una prestazione elevata come prevede questa particolare misura, anche se contributiva, le retribuzioni sono molto importanti.

Se consideriamo che l’aliquota contributiva in vigore è del 33% (nel FPLD, acronimo di Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, ndr), serve avere una retribuzione elevata per arrivare, con il 33% di aliquota, a una pensione così elevata con solo 20 anni di contributi o poco più.