La reperibilità sul lavoro può divenire situazione di stress. Una condizione che spesso può far sorgere voglia di cambiare occupazione e il desiderio di andarsene in pensione prima del previsto sfruttando qualche forma di pensionamento anticipato.

Ne sa qualcosa Ugo Gaiani, il medico di base a Guastalla in provincia di Reggio Emilia. Nel mezzo della sua festa per l’attesa pensione ha spaccato con mazza da baseball il suo cellulare. Un gesto fatto sotto gli occhi degli invitati e degli altri presenti alla festa, come segno simbolico.

Il medico giustifica il gesto come un’azione liberatoria dopo anni di duro lavoro, ed in particolare degli ultimi anni, post Covid, quando il suo cellulare, per via della reperibilità usciva di fuoco.

Lavorando in alcuni giorni anche 16 ore.

Molti, quindi, se i medici che lavorano con la reperibilità possono andare prima in pensione.

C’è Quota 103

Il medico non sembra rientrare tra i lavori usuranti, ammessi ad esempio ad Opzione Sociale. Vi rientrano, invece, i tecnici della salute e professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali Ad esempio gli assistenti del dentista).

La principale novità di quest’anno, che interessa tutti, e quindi non solo i medici, è quella di Quota 103. Ossia la possibilità di andarsene in pensione prima del previsto, per coloro che al 31 dicembre 2023, maturano:

  • 62 anni di età anagrafica (quindi i nati entro il 31 dicembre 1961);
  • 41 anni di anzianità contributiva.

Una strada, dunque, percorribile per chi ha lavorato molto nella sua vita e che ha un’età ancora abbastanza giovane.

Medici base con reperibilità, non c’è differenza

A prescindere dalla reperibilità, per i medici di famiglia, pediatri di libera scelta, addetti alla continuità, emergenza e medicina dei servizi, specialisti ambulatoriali, non c’è alcuna novità.

Questi possono sfruttare la pensione anticipata ordinaria che per loro prevede possibilità di pensionamento con 62 anni di età ed almeno 35 anni di contributi, oppure 42 anni di contribuzione a prescindere dall’età.

Altrimenti c’è la pensione di vecchiaia che si conquista a 68 anni, con un minimo di 15 anni di contributi, oppure anche senza, se a 68 anni si è ancora in servizio.

Riassumendo…

  • i medici di famiglia con reperibilità non vanno in pensione prima
  • c’è la possibilità di Quota 103, come per tutti
  • resta ferma anche Quota 97, ossia 62 anni di età e 35 anni di contributi
  • c’è anche la pensione ordinaria anticipata con 42 anni di contributi a prescindere dall’età e la pensione di vecchiaia con 68 anni di età e 15 anni di contributi.