Molti lavoratori sono in apprensione per capire se anche il prossimo anno sarà possibile andare in pensione con Quota 103. L’anticipo pensionistico a 62 anni di età con 41 di contributi scade, infatti, il 31 dicembre 2023 e non si sa se sarà prorogato oppure no. Tutto si deciderà all’ultimo momento, come sempre.

Ma questa è più che altro una preoccupazione che riguarda chi maturerà il diritto a Quota 103 nel 2024. Giacché coloro che lo conseguono entro quest’anno possono decidere se esercitarlo subito oppure più avanti.

In gergo si parla di cristallizzazione del diritto e non preclude l’accesso alla pensione con le quote anche se queste sono scadute o non vengono rinnovate.

In pensione con le quote anche l’anno prossimo

Ciò non riguarda solo coloro che rientrano in Quota 103, ma anche chi ha ottenuto il diritto alla pensione con Quota 102 e Quota 100 che sono già scadute. Quest’anno sono infatti usciti molti lavoratori esercitando il diritto maturato in precedenza e non esercitato. Lo stesso potrà succedere anche l’anno prossimo includendo anche coloro che rientrano in Quota 103, anche se non sarà prorogata.

Quota 100 e Quota 102 sono terminate rispettivamente nel 2021 e nel 2022. Ma questo non significa che non sia più possibile andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi oppure a 64 anni con 38 di contributi. Chi a suo tempo ha maturato il diritto, lo può esercitare anche dopo, ma con qualche anno in più sulla carta d’identità.

La cristallizzazione del diritto

Lo stesso dicasi per chi ha maturato i requisiti per Quota 103 quest’anno. Potrà andare in pensione anche nel 2024, sia che la misura sarà prorogata sia che terminerà a fine anno. La cosa importante è avere maturato in diritto, cioè aver raggiunto l’età anagrafica e i contributi previsti dalla legge.

A precisarlo è l’Inps con il messaggio n. 2019 del 2013 che specifica come una volta acquisito il diritto alla pensione anticipata, si può accedere alla prestazione da qualsiasi momento in avanti.

Unica condizione è che l’attività lavorativa sia cessata al momento della richiesta.

La cristallizzazione del diritto vale anche per la pensione ordinaria. Così chi ha raggiunto i requisiti anagrafici per la vecchiaia potrebbe decidere di posticipare l’uscita. Idem per le pensioni anticipate con 41-42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età.

La pensione con Opzione Donna

Analogamente si può dire per Opzione Donna. Anche questa misura è in scadenza e potrebbe non essere rinnovata nel 2024. Le lavoratrici che hanno maturato il diritto alla pensione anticipata con 60 anni di età e 35 di contributi, possono andarci anche il prossimo anno. Per le donne con figli è previsto uno sconto fino a due anni sull’età anagrafica.

Diverso il discorso dei requisiti soggettivi che bisogna possedere. La legge di bilancio ha, infatti, introdotto una sostanziale modifica a Opzione Donna: da quest’anno è necessario rientrare in una delle seguenti categorie sociali e cioè essere:

  • caregiver
  • invalide dal 74% in su
  • licenziate o dipendenti di aziende in crisi

Questi requisiti sono nuovi e possono essere soddisfatti anche successivamente alla maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi. Quindi anche nel 2024 se Opzione Donna non dovesse essere prorogata. Lo stesso dicasi per coloro che entro il 31 dicembre 2022 avevano raggiunto i requisiti precedenti la riforma (58-59 anni di età e 35 di contributi) senza anche la presenza di requisiti soggettivi introdotti nel 2023.

Riassumendo…

  • Chi matura entro quest’anno il diritto a Quota 103, può andare in pensione anche l’anno prossimo in assenza di proroga della misura.
  • Lo stesso vale per chi ha acquisito a suo tempo il diritto alla pensione con Quota 100 e Quota 102.
  • Anche Opzione Donna rischia di non essere prorogata, ma le lavoratrici possono uscire anche nel 2024 se maturano i requisiti entro la fine dell’anno in corso.
  • La cristallizzazione del diritto vale per tutti i tipi di pensione, non solo quelle anticipate.