Andare in pensione anticipata con Quota 103 potrebbe non essere la soluzione ideale. Soprattutto per i lavoratori autonomi che. La misura che prevede il riconoscimento della rendita a partire da 62 anni con 41 di contributi presenta alcune insidie.

La prima riguarda il tetto massimo della pensione che è pari a cinque volte il trattamento minimo. Cioè 2.000 euro netti al mese. Non poco, vero, ma è comunque un vincolo economico che potrebbe indurre a tergiversare. Il secondo è il divieto di cumulo con redditi da lavoro.

Pensione con Quota 103, non sempre conviene

Questi due vincoli non sono del tutto trascurabili se si ha alle spalle una carriera dirigenziale o si percepiscono altri redditi connessi all’attività di lavoro. La pensione con Quota 103 è infatti corrisposta fino al raggiungimento dei 67 anni, età per la quale scatta il diritto alla rendita di vecchiaia.

Ci sono di mezzo ben 5 anni, nella peggiore delle ipotesi, durante i quali il lavoratore che va in pensione non può più lavorare. Né come dipendente, né come autonomo. Un problema soprattutto per questi ultimi, abituati magari a svolgere più di una attività professionale o, se artigiani e commercianti, a coadiuvare familiari nell’impresa.

Quota 103, posto che un lavoratore non incorra nelle limitazioni di soglia prevista dalla legge e spiegate nella circolare Inps n. 23/2023, rappresenta quindi un problema a 62 anni. Età in cui ci si sente ancora in grado di fare qualcosa, di produrre e mettere a disposizione la propria esperienza.

Divieto di cumulo con reddito da lavoro

Il divieto di cumulo non è una novità. E’ in vigore da quando è stata varata Quota 100 (terminata nel 2021), poi esteso a Quota 102 e ora a Quota 103. Molti pensionati, ignari del vincolo reddituale, sono incappati spesso nella sospensione dell’assegno in passato. I controlli periodici e incrociati dell’Inps con l’Agenzia delle Entrate hanno già pizzicato migliaia di pensionati che si sono visti sospendere l’erogazione dell’assegno.

Detto questo, è bene sapere che il divieto di cumulabilità della pensione con Quota 103 coi redditi da lavoro trova delle eccezioni. Poche. Si può infatti continuare a lavorare come autonomi, ma nel limite massimo dei 5.000 euro all’anno. Cifra lorda naturalmente. Detta soglia vale giusto per il periodo compreso tra la decorrenza della pensione anticipata e il compimento dell’età pensionabile per il trattamento di vecchiaia.

Sono in ogni caso esclusi i redditi da lavoro dipendente, sia full time che part time. In questo caso l’Inps sospende la pensione d’ufficio anche senza la dichiarazione del pensionato che inizia una nuova attività lavorativa.

Fra i redditi rilevanti per la pensione e che devono essere segnalati all’Inps ci sono:

  • i compensi percepiti per l’esercizio di arti e professioni;
  • redditi d’impresa connessi ad attività di lavoro;
  • partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro.