Andare in pensione all’età di 61 anni è possibile. Come canta Fabio Concato con il brano Guido piano: “Che mistero, non so neanche dove andare e m’allontano“. La vita è piena di misteri. Basti pensare agli interrogativi esistenziali che ognuno di noi prima o poi si pone nel corso della vita, come ad esempio perché esiste il mondo o perché siamo nati.

Se tutto questo non bastasse ad affollare la nostra testa sono anche i dubbi inerenti le modalità di gestione delle varie pratiche burocratiche.

Lo sanno bene tutti i lavoratori che non vedono l’ora di andare in pensione, ma si ritrovano a dover rimandare poiché non in possesso dei requisiti richiesti per tagliare tale importante traguardo.

Come andare in pensione a 61 anni con un accordo e tre sacrifici

A oggi, ricordiamo, è possibile accedere al trattamento pensionistico al raggiungimento dei 67 anni di età. In alternativa è possibile uscire prima da lavoro grazie alla pensione anticipata ordinaria. Questa misura è riconosciuta, a prescindere dall’età anagrafica, al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Il limite da rispettare è di 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Ma non solo, grazie a un accordo e qualche sacrificio è possibile andare in pensione anche all’età di 61 anni. A tal fine bisogna innanzitutto mettersi d’accordo con la propria azienda e farsi licenziare. In questo modo è possibile richiedere l’indennità di disoccupazione che è riconosciuta solamente a patto che la perdita del lavoro sia involontaria. Una volta licenziati è possibile presentare domanda per la Naspi, la quale, come spiegato sul sito dell’Inps:

è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a erogazione di prestazioni di disoccupazione. Analogamente non è computata la contribuzione che ha prodotto prestazioni fruite in unica soluzione in forma anticipata”.

Dalla Naspi alla pensione di vecchiaia: ecco come andare in pensione anticipatamente

Chi vanta una lunga carriera può aver diritto a ben due anni di Naspi.

Questo vuol dire che presentando richiesta all’età di 61 anni è possibile beneficiare della Naspi fino al compimento dell’età di 63 anni. A questo punto sarà possibile avanzare richiesta per l’Ape Sociale. Hanno diritto a quest’ultima misura coloro che hanno un’età pari almeno a 63 anni e 5 mesi di contributi, con alle spalle trent’anni di contributi. L’Ape sociale viene erogata fino al momento in cui un soggetto non raggiunge i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, ovvero fino al compimento dei 67 anni.

Una volta raggiunta tale età è riconosciuta la pensione vera e propria. L’importo di quest’ultima però, è bene sottolineare, sarà più bassa di quella che sarebbe stata erogata nel caso in cui il soggetto interessato avesse continuato a lavorare. Per l’Ape sociale non è prevista la contribuzione figurativa e pertanto, essendo meno i contributi versati, sarà inferiore anche l’importo dell’assegno pensionistico. Prima di farvi licenziare al raggiungimento dell’età di 61 anni, pertanto, vi consigliamo di valutare bene i vari pro e contro, in modo tale da scegliere se proseguire per tale strada oppure continuare a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti per andare in pensione.