“Riflessioni sul dilemma di un lavoratore post moderno: “Pensi che alle soglie dei miei settant’anni potrò essere accompagnato sul posto di lavoro da una badante o basterà mostrare il certificato dei miei trigliceridi per essere compreso dai miei interlocutori?“, afferma Giovanni Scafaro.

Il lavoro è un diritto e un dovere che ricopre un ruolo importante all’interno di ogni società. Grazie all’attività lavorativa, infatti, ogni persona può ottenere il denaro di cui necessita per pagare beni e servizi volti a soddisfare le necessità personali.

Ma non solo, anche per pagare le tasse e quindi contribuire al finanziamento dei servizi pubblici. Oltre ai tanti vantaggi di cui il lavoro permette di beneficiare, non si possono sottovalutare le relative problematiche. A partire dallo stress fino ad arrivare alla stanchezza che ogni attività porta con sé, sono diversi gli elementi che spingono ogni lavoratore a desiderare di staccare finalmente la spina.

Questo, ad esempio, andando in pensione. Proprio l’ottenimento di tale trattamento sembra essere per molti un vero e proprio miraggio. Il tutto a causa dei requisiti sempre più stringenti che portano, e porteranno, in molti ad attendere la soglia dei 70 anni per andare in pensione.

Come andare in pensione prima dei 67 anni entro fine 2023

Non mancano, fortunatamente, le eccezioni. Diversi, infatti, sono i lavoratori che entro la fine del 2023 potranno andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni di età. A tal fine le strade percorribili sono le seguenti:

  • Pensione anticipata ordinaria. I lavoratori possono usufruire di tale misura a prescindere dall’età. L’importante è aver maturato i requisiti contributivi richiesti. Quest’ultimi sono pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini; mentre per le donne sono pari a 41 anni e 10 mesi. Da considerare anche la presenza di contributi figurativi.
  • Quota 103. Tale soluzione offre la possibilità di andare in pensione a 62 anni a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. Il trattamento pensionistico decorre dopo tre mesi dal perfezionamento del requisito contributivo per i lavoratori del settore privato, mentre decorre dopo sei mesi per i lavoratori pubblici.
  • Quota 100 e Quota 102. Coloro che hanno maturato i requisiti per tali quote possono presentare apposita richiesta quando desiderano. A tal proposito si ricorda che per accedere a Quota 100 bisogna aver raggiunto l’età di 62 anni e maturato 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021. Per Quota 102, invece, è richiesto di aver raggiunto, entro il 31 dicembre 2022, l’età di 64 anni e maturato 38 anni di contributi.

Altre strade percorribili

Oltre alla pensione anticipata ordinaria che prescinde dall’età, e alle varie quote ormai note, esistono anche altre due misure pensionistiche che portano con sé alcuni limiti:

  • Ape Sociale. È rivolta a disoccupati, caregiver, disabili con percentuale pari almeno al 74% e addetti a mansioni gravose. Le persone interessate devono avere un’età pari almeno a 63 anni. E aver maturato tra i 30 anni e i 36 anni i contributi, in base alla categoria di riferimento.
  • Opzione Donna. Come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la Manovra 2023, questa misura è stata prorogata nel 2023, subendo però delle modifiche rispetto agli anni passati. In particolare le lavoratrici possono andare: “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. “Opzione donna” è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.