Il riscatto laurea TFS (Trattamento fine servizio) permette una liquidazione del trattamento di previdenza con un importo di maggior favore. Questo, però implica il pagamento di un contributo da parte del dipendente che decide di riscattare.

Il servizio, in pratica, ai fini del calcolo e liquidazione del TFS (la buonuscita del dipendente pubblico), consente la valutazione di servizi e periodi non coperti dal contributo previdenziale obbligatorio.

Da cosa dipende il contributo per il riscatto laurea TFS

Il riscatto laurea TFS, come detto implica il pagamento di un contributo a totale carico dell’interessato.

Tale contributo si basa su un coefficiente applicato ai seguenti elementi:

  • retribuzione annua percepita alla data di presentazione della domanda
  • età del dipendente
  • età del collocamento a riposo per limiti di età o di servizio prevista per la qualifica o per il grado rivestito
  • periodo di riscatto concesso.

Per accedervi è necessario presentare apposita domanda all’INPS prima della cessazione del servizio.

L’importo del contributo: come pagarlo

A seguito della domanda di riscatto laurea TFS, se accettata, l’INPS invia al richiedente una lettera in cui indica il contributo da pagare. Il pagamento può avvenire:

  • in unica soluzione (con F24 ordinario), entro 90 giorni dalla data di ricezione della citata comunicazione
  • oppure a rate mensili.

In caso di pagamento rateale, il numero massimo di rate è pari al numero di mesi oggetto di riscatto e, comunque, non superiore a 180.

La regola dell’arrotondamento: valutazione di convenienza

Se il richiedente cessa dal servizio prima dei 90 giorni e non rinuncia al riscatto, l’importo del contributo dovuto verrà trattenuto in unica soluzione in sede di liquidazione del TFS.

Occorre altresì tenere presente la regola dell’arrotondamento secondo cui

Se nel totale del servizio computabile ai fini della liquidazione del TSF risulti una frazione di anno, la frazione superiore a 6 mesi si computa come anno intero; la frazione uguale o inferiore a 6 mesi si trascura.

Quindi, ad esempio,

  • se un pensionando, alla data del 30 aprile 2022 vanta 41 anni e 6 mesi di servizio, la liquidazione sarà calcolata su 41 anni di servizio
  • laddove un pensionando alla data del 30 aprile 2022 vanta 41 anni e 6 mesi ed 1 giorno di servizio, la liquidazione sarà calcolata su 42 anni di servizio.

In una situazione del genere, quindi, conviene per il dipendente un giorno in più di servizio per maturare un intero anno ai fini del TFS. In termini monetari, un anno in più di buona uscita equivale ad uno stipendio netto in più.

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