La pensione con l’Ape sociale rischia di essere bocciata dalla prossima legge di Bilancio. Se la proroga della misura non verrà confermata, essendo una misura che non cristallizza il diritto, nessuno potrà sfruttarla nel 2025. Ecco perché chi può farebbe bene a pensarci subito. Anche perché sarebbe una scelta valida per salvaguardare la pensione, che alla luce delle nuove misure in procinto di essere varate, rischia di perdere valore.

“Buonasera, sono Renato e sono un lavoratore che a novembre rientrerà nell’Ape sociale.

Compio 63,5 anni di età. Volevo sapere alcune cose: se ho la possibilità di spostare il pensionamento al 2025 scegliendo sempre l’Ape sociale; sarebbe preferibile secondo voi che dica di no alla pensione con l’Ape sociale, aspettando le nuove misure; è vero che l’Ape sociale è piuttosto penalizzante? Chiedo scusa per la formula del mio quesito, ma spero di essermi spiegato bene. Grazie.”

Come salvare la propria pensione futura dai tagli in arrivo: ecco la soluzione da sfruttare subito

L’Ape sociale è una misura unica nel suo genere per almeno due ragioni. Prima di tutto, perché non cristallizza il diritto alla pensione. Questo significa che chi, come il nostro lettore, si chiede se può posticipare l’uscita anche solo di qualche mese, spostando la pensione al 2025, non può farlo. Non basta infatti per l’Ape sociale completare i contributi necessari e l’età utile.

Per esempio, il lavoro gravoso deve essere stato svolto per almeno 7 degli ultimi 10 anni di lavoro sui 36 anni richiesti. Per invalidi, caregiver e disoccupati bastano 30 anni di contributi e 63,5 anni di età, ma ci sono anche altri requisiti stringenti.

Ad esempio, il 74% di invalidità per gli invalidi, la Naspi terminata interamente per i disoccupati e almeno 6 mesi di convivenza con il parente disabile per i caregiver. Questi vincoli da rispettare e requisiti da conservare, commisurati a determinati periodi di tempo, impediscono la cristallizzazione del diritto alla pensione.

L’Ape sociale ed il suo utilizzo come salvaguardia da eventuali e probabili tagli futuri

Un’altra particolarità dell’Ape sociale è il meccanismo che impone. Prima di tutto, non eroga una prestazione superiore a 1.500 euro al mese e non prevede trattamenti aggiuntivi come maggiorazioni, assegni familiari, tredicesima o quattordicesima mensilità.

Inoltre, è una misura non reversibile in caso di decesso del beneficiario: la prestazione muore con il titolare e non passa a familiari superstiti. L’Ape sociale non si adegua mai al tasso di inflazione. Il problema è che il futuro potrebbe essere anche peggiore del presente. Le nuove misure eventuali che si potrebbero varare sono quasi tutte indirizzate verso il pieno ricalcolo contributivo, come già accaduto con la Quota 103 quest’anno.

Nuove misure con calcolo meno favorevole per i pensionati, in modo tale da costare il meno possibile per le casse dello Stato. Per questo c’è chi si chiede se non sia il caso di andare in pensione adesso, accettando una penalizzazione temporanea per evitare quella del futuro, magari perenne.

Meglio la gallina oggi che l’uovo domani? Soprattutto se il domani lascia dubbi e preoccupazioni

Anche se penalizzante nell’immediato, la pensione con l’Ape sociale può servire come accompagnamento alla pensione futura, diventando uno scudo contro le future penalizzazioni. In pratica, accettando l’Ape sociale, si potrebbe scavalcare il problema delle penalizzazioni, che sono temporanee e durano esattamente quanto dura l’anticipo.

Infatti, l’Ape sociale è una misura che si può richiedere a partire dai 63,5 anni e che può arrivare fino a massimo 67 anni. A quella età, la misura decade e gli interessati devono richiedere la pensione di vecchiaia ordinaria, per la quale non sono previste penalizzazioni. Quindi, con l’Ape sociale c’è la possibilità di salvare il salvabile sulla pensione, accettando tagli oggi per evitare quelli domani, che potrebbero essere perpetui.

Il calcolo della pensione oggi meglio di quello di domani

Molti pensano che il calcolo della pensione oggi, basato sui contributi versati, sia più vantaggioso. Più si versa, più si riceve di pensione. Tuttavia, potrebbe accadere che i maggiori versamenti vengano riassorbiti da un calcolo meno favorevole della pensione. Chi rinuncia all’Ape sociale oggi per versare più contributi e garantirsi una pensione maggiore, potrebbe subire un cambio di calcolo che lo svantaggia. Se le novità che introdurrà il governo prevedono il calcolo contributivo, il rischio di una pensione più bassa è enorme.