È difficile prevedere con esattezza come sarà la pensione per i giovani tra 40 anni. Sono numerosi i fattori che incidono sul calcolo della rendita futura e tutti sono in continua evoluzione. Al momento la tendenza è quella di un ribasso degli assegni rispetto alla generazione del secolo scorso e questo comporta molti rischi sociali, prima fra tutti l’aumento della povertà.

Tuttavia le pensioni future, molto diverse da quelle attuali, non saranno affatto da fame. Il nostro sistema pensionistico, benché caratterizzato da molte ingiustizie e iniquità è uno dei migliori al mondo.

Lo dicono gli studi internazionali e lo confermano i dati sul welfare. Ma lo dimostra anche la longevità media degli italiani che possono accedere liberamente ai servizi previdenziali pubblici. Oggi più che in passato sicuramente.

Pensioni future e fattori di rischio

E veniamo ai fattori di rischio o meglio a ciò che incide sul calcolo delle pensioni. Il primo fra tutti riguarda l’invecchiamento della popolazione. L’aumento del numero di pensionati rispetto ai lavoratori metterà a dura prova i sistemi pensionistici a ripartizione, come quello italiano. Questo potrebbe portare a un aumento dell’età pensionabile, a una riduzione degli assegni pensionistici o a un aumento delle tasse per finanziare il sistema.

C’è poi il mercato del lavoro che possiamo tranquillamente mettere al secondo posto, se non al pari della problematica legata all’invecchiamento della popolazione. In Italia (e non solo) il mercato del lavoro sta cambiando rapidamente, con l’aumento di posti di lavoro precari e part-time e la diminuzione dei posti di lavoro stabili e a tempo pieno. Questo porterà inevitabilmente a una riduzione dei contributi pensionistici e a pensioni più basse.

Sul piatto della bilancia bisogna quindi mettere anche il rendimento dei fondi pensione Inps. I contributi obbligatori versati sono infatti soggetti a fluttuazioni di mercato e all’inflazione.

In buona sostanza i rendimenti degli investimenti influenzano l’ammontare delle pensioni a capitalizzazione individuale. Se i rendimenti saranno bassi, le pensioni saranno più basse.

Come saranno le pensioni dei giovani

Detto questo, come saranno le pensioni dei giovani di oggi? Benché non sia possibile sapere come saranno gli assegni degli italiani fra 30-40 anni, quello che non bisogna dimenticare è che più contributi versano i lavoratori, maggiore sarà la loro pensione. E viceversa, naturalmente. Il sistema di calcolo contributivo puro prevede infatti questo tipo di calcolo, al punto che già dal primo giorno di lavoro si potrà conoscere, più o meno, quanto spetterà di pensione al termine della carriera.

Al netto dell’inflazione si possono azzardare quindi delle simulazioni, così come prevedono i numerosi programmi che si trovano in rete. Nonché il simulatore gratuito Pensami dell’Inps che fornisce già oggi diversi scenari pensionistici per i lavoratori. E’ continuamente aggiornato in base alla normativa e garantisce un risultato di ricerca abbastanza attendibile.

Volendo fare un esempio pratico, un giovane lavoratore che percepisce uno stipendio lordo annuo di 30 mila euro dopo 40 anni di lavoro ininterrotto percepirà, con le regole attuali, una pensione pari ai tre quarti dell’ultima busta paga (tasso di sostituzione). Ma questo sarà un caso limite perché sempre meno giovani oggi possono godere di un lavoro sicuro nel tempo e ben retribuito.

Per la maggioranza dei giovani la situazione è diversa. Il lavoro precario, i vuoti contributivi e i bassi salari non depongono a favore di una pensione pubblica dignitosa e sufficiente. Sarà sempre più necessario l’0intervento assistenziale dello Stato. E la soluzione non è certo quella strombazzata della previdenza complementare proposta dai fondi d’investimento.

Riassumendo…

  • Le pensioni future dei giovani saranno sempre più basse e incerte.
  • Colpa dei salari troppo bassi e del lavoro sempre più precario.
  • Per un giovane lavoratore con carriera piena e ininterrotta la pensione dopo 40 anni sarà buona.