La riforma fiscale ha introdotto il concordato preventivo biennale. Si tratta di una grossa novità nel rapporto fisco-contribuente. Infatti, da quest’anno c’è la possibilità di accordarsi con l’Agenzia delle entrate sul reddito da dichiarare nel biennio successivo.

Si parte con il 2024 e il 2025. Dunque, sulla base di un accordo preventivo il contribuente già sa quanto sarà il suo reddito e di conseguenza quanto imposte dovrà pagare. La riforma parla di concordato preventivo biennale. Cosiddetto CPB per imprenditori e professionisti.

Attenzione, si tratta di una proposta al quale il contribuente può decidere di aderire o meno. Se non aderisce potrebbe essere maggiormente attenzionato dai controlli del Fisco e della Guardia di Finanza.

Il Ministero dell’economia e delle Finanze ha approvato un decreto che fissa la metodologia di calcolo del reddito proposto al contribuente. In poche parole il decreto spiega come viene impacchettata la proposta di reddito. Diciamo fin da subito che il Fisco si terrà verso l’alto, fissando un livello di reddito associabile alla massima affidabilità fiscale. Dunque per preparare la proposta partirà dagli indici ISA relativi agli anni precedenti, per poi proporre un Reddito che tiene conto del massimo voto di affidabilità raggiungibile: ossia 10.

Il Fisco non farà sconti se non per il primo anno.

Il concordato preventivo

A prevedere la possibilità di accordarsi con l’Agenzia delle entrate sul reddito da dichiarare è il D.Lgs n°13/2024. E’ un decreto che fa parte della riforma fiscale che si pone l’obiettivo di cambiare il rapporto tra il Fisco e il contribuente.

Il ragionamento alla base del CPB è molto semplice. Il fisco sulla base degli elementi e delle informazioni comunicate dal contribuente ( tramite Il software ” il tuo ISA 2024 CPB) comunica quello che secondo lui è il reddito che il contribuente dovrebbe dichiarare. L’accordo riguarda due periodi d’imposta.

Dunque, definendo l’accordo entro il prossimo 15 ottobre, questo avrà effetti per il 2024 e il 2025. Il CPB riguarda tutti i contribuenti. Per i forfetari il CPB è solo sperimentale e riguarderà il solo 2024. Per i forfettari manca ancora il software per l’elaborazione della proposta.

Concordato preventivo. Ecco come il Fisco prepara la proposta di reddito al contribuente

La riforma fiscale prevede che la proposta di concordato preventivo biennale è elaborata sulla base di una specifica metodologia:

La proposta di concordato e’ elaborata dall’Agenzia delle entrate, in coerenza con i dati dichiarati dal contribuente e comunque nel rispetto della sua capacita’ contributiva, sulla base di una metodologia che valorizza, anche attraverso processi decisionali completamente automatizzati di cui all’articolo 22 del regolamento (UE) 2016/679, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, le informazioni gia’ nella disponibilita’ dell’Amministrazione finanziaria, limitando l’introduzione di nuovi oneri dichiarativi.

In particolare, la suddetta metodologia tiene conto:

  • degli andamenti economici e dei mercati,
  • delle redditivita’ individuali e settoriali desumibili dagli iSA e delle risultanze della loro applicazione,
  • nonche’ degli specifici limiti imposti dalla normativa in materia di tutela dei dati personali.

Ai fini della proposta, si tiene conto anche dei dati presenti in Anagrafe Tributaria.

La proposta di reddito. Si parte dagli ISA

In data 15 giugno il Il Ministero dell’economia e delle Finanze ha approvato un decreto che fissa nello specifico la metodologia di calcolo del CPB. Ossia del reddito proposto al contribuente.

Come viene calcolato il reddito proposto al contribuente per il concordato preventivo biennale? 

Ebbene, partendo dal reddito dichiarato dal contribuente rispetto al 2023, per la definizione della proposta concordataria vengono previsti i seguenti passaggi:

  • misurazione dei singoli indicatori elementari di affidabilita’ e anomalia;
  • valutazione dei risultati economici nella gestione operativa negli ultimi tre periodi di imposta, compresa quella oggetto di dichiarazione;
  • confronto con valori di riferimento settoriali;
  • criterio formulazione base IRAP;
  • rivalutazione con proiezioni macroeconomiche per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

Dunque tutto giro attorno alla valutazione dell’affidabilità fiscale del contribuente.

Da qui, la proposta di concordato preventivo biennale tiene conto del livello massimo di ricavi/compensi associati al voto più alto: ossia a 10.  Successivamente entra in gioco un coefficiente che insieme ad ulteriori rivalutazioni porta alla proposta di reddito definitiva. Proposta che il contribuente può accettare o rifiutare.

A ogni modo, qui è disponibile la metodologia dettagliata per il calcolo del CPB.

Riassumendo…

  • Il MEF ha pubblicato il decreto che spiega la metodologia di calcolo del concordato preventivo biennale;
  • il reddito proposto al contribuente si basa sugli ISA;
  • la proposta di reddito tiene conto del punteggio più alto di affidabilità fiscale;
  • i contribuenti con i voti più bassi sono quelli ai quali sarà proposto un reddito molto più alto rispetto a quello dichiarato per il 2023.