Con l’aggiornamento del software RedditiOnline o per chi presenta la precompilata, dell’applicativo Redditi PF WEB, è partita ufficialmente l’operazione concordato preventivo anche per i contribuenti in regime forfettario.

Già da ieri era possibile cimentarsi con la compilazione del quadro LM del modello Redditi per verificare le proposte fatte dal Fisco ai contribuenti. In linea di massima è corretto affermare che il reddito proposto dal Fisco è livellato verso l’alto. Per i redditi medi intorno a 25.000 euro si registrano le proposte più alte rispetto al reddito 2023.

In questo caso il Reddito proposto sale tra l’8% e il 15%.

Tuttavia, c’è un valore minimo oltre il quale la proposta del Fisco non scende. A tal proposito viene preso a riferimento uno specifico indicatore.

Il concordato preventivo per i forfettari

La riforma fiscale ha portato la grossa novità del concordato preventivo biennale.

Il Fisco e il contribuite stringono un patto sul reddito da dichiarare per due anni consecutivi, in tal modo si conosce in anticipo quante imposte dovranno essere versate allo Stato.

Per i forfettari l’adesione è solo annuale e sperimentale. Dunque, quest’anno, in fase di dichiarazione dei redditi prodotti nel 2023 ci si potrà accordare sui redditi da dichiarare nel 2024.

Non è possibile sfruttare il concordato preventivo biennale laddove si verificano le seguenti condizioni:

  • presenza di debiti tributari d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro per tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate, compresi interessi e sanzioni, ovvero per contributi previdenziali definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione;
  • inizio dell’attività nel periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta;
  • mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato, in presenza dell’obbligo a effettuare tale adempimento;
  • condanna per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, dall’articolo 2621 del codice civile, nonché dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del codice penale, commessi negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato. Alla pronuncia di condanna è equiparata la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti;
  • dichiarazione di un reddito inferiore a 2.000 euro.

In questi casi non sarà possibile aderire alla proposta di concordato preventivo forfettari.

Concordato preventivo forfettari. A chi conviene? (prime simulazioni con il software dell’Agenzia delle entrate)

Tramite la compilazione del quadro LM le cui istruzioni di compilazione sono state aggiornate, è possibile attestare il possesso dei requisiti per essere ammessi al concordato nonché:

  • visualizzare la proposta di reddito fatta dal Fisco ai fini del CPB (rigo LM 63);
  • accettare la proposta apponendo la “firma” nell’apposita casella (LM 64).

Da qui:

l’accettazione impegna il contribuente a dichiarare l’importo concordato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta oggetto di concordato e agli obblighi previsti per i soggetti che aderiscono al regime forfetario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge n. 190 del 2014.

L’accettazione della proposta di concordato preventivo porta una serie di vantaggi.

Le prime simulazioni con il software dell’Agenzia delle entrate

Con il comunicato stampa del 16 luglio sul concordato preventivo, l’Agenzia delle entrate ha ufficializzato il via del concordato preventivo anche per i forfetari.

Ciò è possibile grazie all’aggiornamento del servizio “RedditiOnline” e dell’applicativo della dichiarazione precompilata Redditi PF WEB.

Da ieri sono partite le prime simulazioni del concordato preventivo.

Ciò che è venuto fuori è che la proposta del Fisco è sempre fatta verso l’alto rispetto ai redditi dichiarati per il 2023. Ad esempio per per i redditi medi intorno a 25.000 euro si registrano le proposte più alte rispetto al reddito 2023. In questo caso il Reddito proposto sale tra l’8% e il 15%.

Più sale il reddito dichiarato dal contribuente per il 2023 (Reddito lordo ossia incassato * coefficienti di redditività del proprio settore in cui si opera) più si riduce l’aumento richiesto dal Fisco.

C’è un valore base sotto al quale la proposta non scende. Nello specifico si prende a riferimento la spesa media per dipendente (al netto dei contributi previdenziali) riconducibile al settore in cui opera il contribuente.  Se la metodologia applicata ai fini dal calcolo del CPB porta ad un valore inferiore la proposta sarà pari quantomeno alla suddetta spesa per dipendente.

La cessazione del concordato

Viene confermato che il concordato cessa di avere effetti al verificarsi delle seguenti ipotesi:

  • cessazione dell’attività;
  • modifica dell’attività (a meno che tale attività rientri in gruppi di settore ai quali si applicano i medesimi coefficienti di redditività previsti ai fini della determinazione del reddito per i contribuenti forfetari).

E’ causa di cessazione anche: la presenza di circostanze eccezionali, individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, che generano minori redditi ordinariamente determinati, eccedenti la misura del 50 per cento rispetto a quelli oggetto del Concordato.

Riassumendo…

  • E’ ufficialmente partito il concordato preventivo per i forfettari;
  • tramite il quadro LM del modello Redditi è possibile accettare la proposta di reddito per il 2024;
  • le proposte sono riviste al rialzo rispetto al Reddito dichiarato per il 2023.