Quando si parla di tutela dei dati personali in ambito di consulenza dello psicologo o dello psicoterapeuta ai fini fiscali, il riferimento potrebbe essere alla dicitura e i dati contenuti nella fattura (elettronica o semplice) nonché al certificato medico di malattia qualora lo stato depressivo o altro problema psicologico possa incidere sulla capacità di lavorare. Chi deve portare in detrazione la fattura di uno psicologo o chiedere l’esonero della visita fiscale per depressione potrebbe chiedersi se la sua privacy sia sufficientemente tutelata.

Fattura psicologo e tutela della privacy del paziente che porta in detrazione la spesa

Alla fatturazione elettronica per lo psicologo si applicano le stesse regole che valgono per tutti i professionisti.

La prima importante distinzione che bisogna fare, quindi, è tra Partita IVA forfettaria e contabilità ordinaria: nel primo caso è previsto l’esonero dalla fatturazione elettronica. Tutti gli studi di psicologi che operano in regime IVA ordinario dovranno invece compilare fattura elettronica.

Qualche dubbio interpretativo nasce in merito al 2019. Solo per quest’anno infatti la normativa ha previsto un esonero per farmacisti e altri professionisti che effettuano prestazioni medico/sanitarie, ovvero più in generale tutte quelle per le quali vige l’obbligo di trasmissione dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (o STS).

Si tratta di una proroga temporanea legata proprio all’esigenza di rispetto della privacy del paziente.

Oltre alla detrazione, se si è titolari di una polizza sanitaria è possibile avere diritto ad un rimborso totale o parziale dei costi della seduta di psicoterapia. E’ consigliabile, eventualmente, verificarne previamente opportunità, modalità e percentuali con il proprio assicuratore.

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A casa in malattia per depressione: regole per il certificato medico e la visita fiscale

Discussa è anche la problematica inerente al lavoratore in malattia per problemi di depressione. La giurisprudenza si è occupata della possibilità di esonero dalla visita fiscale.

Sotto un certo profilo infatti si osserva che uscire quando si è a casa in malattia, non solo non nuocerebbe alla salute del lavoratore ma potrebbe anche favorire una ripresa più veloce dello stato patologico.

Per quanto riguarda più nello specifico la privacy, il punto è capire se il medico curante può evitare di specificare nel certificato medico che la malattia è stata riconosciuta per problemi di tipo psicologico. Abbiamo approfondito la questione qui.