In arrivo un taglio contributi per lavoratori autonomi e professionisti. Ulteriori agevolazioni sarebbero previste dal decreto Ristori 5 in fase di approvazione. La crisi di governo attualmente in corso di certo non aiuta a velocizzare l’iter, ma il più sembra ormai pronto.

Secondo fonti del Ministero dell’Economia, col decreto Ristori 5 sarebbero stati stanziati 1,5 miliardi di euro per sostenere i versamenti di contributi previdenziali nel 2021 a carico di autonomi e professionisti. Una misura che si abbina a quelle già varate nel corso del 2020 (bonus Inps) per sostenere i lavoratori.

In Dl Ristori 5 altri 1,5 miliardi per taglio contributi

A illustrare l’intervento a sostegno dei piccoli professionisti e lavoratori autonomi è il sottosegretario all’Economia Antonio Misiani:

lo scostamento da 32 miliardi di euro che abbiamo chiesto e ottenuto al Parlamento nei giorni scorsi vorremmo utilizzarlo con il decreto ristori 5. Vanno in questa direzione alcune misure iniziate a prefigurare nella legge di bilancio. Penso al taglio dei contributi Inps per autonomi e professionisti con redditi fino a 50.000 euro e con una perdita di fatturato superiore al 33% nel 2020 sul 2021″.

In proposito, vale la pena ricordare che è già stato stanziato 1 miliardo di euro per interventi mirati sul taglio dei contributi. A questa cifra si somma ora un altro 1,5 miliardi col Decreto Ristori 5. Una misura molto sostenuta anche dalle forze di opposizione, fa sapere Misiani.

I 2,5 miliardi ci permetteranno un taglio molto rilevante dei contributi anche per una quota significativa dei professionisti, quelli più penalizzati dalla crisi del 2020“.

Bonus solo per chi ha necessità

Alla presentazione del V Rapporto sulle libere professioni, curato da Confprofessioni, Misiani ha precisato che i contributi non saranno distribuiti a pioggia. L’errore da evitare è che i soldi finiscano nelle tasche di chi non ne ha necessità, come avvenuto incresciosamente in passato.

“L’intervento di ristoro con il nuovo decreto dovrebbe innanzitutto guardare alla perdita di fatturato nell’anno che si è appena chiuso”, superando la logica dei mesi precedenti. Inoltre, dobbiamo costruire un intervento che ci permetta di aiutare di più chi ha ricevuto di meno o non ha avuto nulla”.

Lo spartiacque sarà quello di non superare i 50.000 euro di fatturato all’anno.

pertanto saranno esclusi tutti coloro che hanno volumi d’affari superiori. Il secondo requisito da rispettare sarà invece quello di dimostrare di aver subito una perdita di almeno un terzo del fatturato stesso. Pertanto, solo coloro che potranno dimostrare, dati alla mano, di aver accusato pesantemente i contraccolpi della crisi pandemica, avranno diritto al ristoro contributivo.

Non saranno prese in considerazione nuove partite IVA. Per cui, i furbetti che avessero aperto l’attività di recente proprio per beneficiare di agevolazioni fiscali e contributive, saranno esclusi a priori.

Nel decreto Ristori 5 vogliamo costruire anche un intervento perequativo che permetta di superare gli interventi a singhiozzo e le situazioni di iniquità che la necessità di rispondere in tempi rapidi ha prodotto“, ha concluso Misiani.