Nel 2024 la pensione per quotisti attualmente in vigore si chiama quota 103. La misura ha sostituito nel tempo altre pensioni per quotisti, cioè quota 100 e quota 102. Tuttavia, è interessante notare che anche nel 2024, numerosi lavoratori possono ancora uscire dal lavoro utilizzando tutte e tre queste misure, nonostante due di esse siano ormai praticamente cessate.

È quindi necessario evidenziare tutte le possibilità ancora disponibili in risposta ai numerosi quesiti dei lettori che ci chiedono delucidazioni su queste misure.

“Buonasera, sono un lavoratore di 65 anni che ha maturato 40 anni di contributi lo scorso mese di aprile.

Dal momento che ho seri dubbi che il governo prorogherà la quota 103 per il 2025, mi chiedevo se potessi rientrare ancora nelle quote precedenti, dal momento che voi spesso mi avete spiegato che grazie alla cristallizzazione del diritto ci sono soluzioni che permettono di andare in pensione anche con le vecchie misure.”

Da quota 100 a quota 103: ecco chi può sfruttare ancora le pensioni per quotisti nel 2024

Il nostro lettore solleva uno dei tanti quesiti relativi al cosiddetto meccanismo della cristallizzazione del diritto. Nonostante l’unica misura oggi in vigore per i quotisti sia quota 103, esistono ancora lavoratori che possono sfruttare i vecchi canali di uscita ormai cessati. Dato che la quota 103 attuale è più penalizzante rispetto alle versioni precedenti, molti potrebbero trovare conveniente sfruttare le alternative.

Misure con diritto maturato, ecco quando ciò accade

La cristallizzazione del diritto ad una pensione è uno strumento particolare che consente ai contribuenti di preservare il diritto ad una pensione una volta raggiunti i requisiti, anche se la misura viene successivamente eliminata o modificata. È possibile presentare domanda oggi per quota 100 o quota 102, e anche per la quota 103 del 2023. È importante distinguere tra la quota 103 attuale e quella dell’anno scorso.

La pensione di quota 103 ieri e oggi, ecco le differenze

La quota 103 del 2024 consente di andare in pensione a partire dai 62 anni di età con 41 anni di contributi versati, con tre limitazioni ben precise, due delle quali differenti dalla quota 103 del 2023.

Oggi, chi sfrutta la quota 103 e completa i requisiti quest’anno non può ricevere una pensione superiore a 4 volte il trattamento minimo INPS, la pensione è calcolata con il metodo contributivo, ed è penalizzata.

Inoltre, chi va in pensione con questa quota non può lavorare, eccetto per l’attività autonoma occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Nel 2023, invece, la pensione non poteva superare 5 volte il trattamento minimo e la prestazione era calcolata con il metodo misto, il che significa che un pensionato di quota 103 di quest’anno potrebbe percepire una pensione fino a 500 euro inferiore rispetto a chi l’ha ottenuta nel 2023.

Quota 100 e quota 102, ecco quando le pensioni per quotisti si possono ancora prendere

Chi ha compiuto 62 anni di età e 41 anni di contributi nel 2023 dovrebbe valutare attentamente le differenze. Avendo diritto alla vecchia versione della quota 103, farebbe bene a richiederla invece della nuova versione. Lo stesso vale per coloro che hanno maturato i requisiti di quota 100 entro la fine del 2021. E quelli di quota 102 entro il 31 dicembre 2022.

Il passaggio da una misura all’altra ha reso sempre più difficile e meno conveniente il pensionamento anticipato: quota 100 permetteva di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi fino alla fine del 2021, mentre quota 102 permetteva il pensionamento a 64 anni di età con 38 anni di contributi nel 2022.

Per la pensione devono essere completati tutti i requisiti

Il nostro lettore di 65 anni dovrebbe verificare se alla fine del 2021 aveva i 38 anni di contributi necessari per la quota 100. Così da poter sfruttare ancora la misura uscendo dal lavoro. Sebbene oggi abbia 40 anni di contributi, probabilmente non aveva maturato i 38 anni di contributi necessari alla quota 100 entro il 31 dicembre 2021.

Lo stesso vale per la quota 102, per la quale, nonostante avesse i contributi necessari nel 2022, non aveva l’età richiesta di 64 anni.